martedì 29 maggio 2012

Terremoto Emilia Romagna, Calabria e Basilicata: nuove scosse previste nel Sud Italia

Da WWW.Webmasterpoint.it Terremoto Emilia Romagna, Calabria e Basilicata: nuove scosse previste nel Sud Italia Alcuni studiosi affermano di avere previsto il sisma che ha colpito l'Emilia Romagna. Gli stessi prevedono un nuovo terremoto ancora più violento che interesserà Calabria e Sicilia. Ma ci sono polemiche e contestazioni. Marcello Tansini 28/05/2012, ore 07:09 Ieri, 28 maggio 2012, è il nono giorno di scosse sismiche che imperversano sul territorio compreso tra le province di Modena e Ferrara e che si propagano per larga parte della pianura Padana, interessando anche larghe aree del Veneto. Quest’ultima notte, tra domenica e lunedì, sono state registrate ancora undici eventi, dei quali il maggiore di magnitudo 2.9. Uno sciame di scosse di assestamento che continua a stressare la popolazione e gli edifici. Attualmente sono circa settemila gli sfollati, che stanno trovando ricovero in palestre, scuole, alberghi e campi d’accoglienza. Disagi che probabilmente sono destinati a durare ancora a lungo, perché il controllo sugli edifici colpiti dal terremoto che necessitano di una verifica potrà essere effettuato in tempi lunghi, anche perché occorrerà attendere che lo sciame sismico abbia termine. Alcuni esperti hanno affermato negli ultimi giorni di avere previsto il sisma. Non basta: gli stessi hanno anche annunciato che in base ai loro studi possono predire con una certa sicurezza che tra breve un altro terremoto si abbatterà sulle aree del Sud Italia, in particolare su Calabria e Sicilia. Questo nuovo sisma avrà una potenza ancora maggiore di quello che ha colpito la pianura Padana. Stando alle loro parole, potrebbe avere eventi che raggiungeranno la magnitudo di 7.5. Gli effetti, quindi potrebbero essere devastanti. Una dichiarazione che ha allarmato buona parte della popolazione delle aree indicate dagli studiosi, ma che ha provocato la dura reazione di Stefano Gresta, il presidente nazionale dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Gresta non ha usato mezzi termini: “Si sta facendo allarmismo, e in qualche modo anche terrorismo approfittando dell’emotività del momento per fare pressione e accaparrarsi qualche centinaio di milioni di euro per la prevenzione sismica”. Il destinatario di queste parole è Alessandro Martelli, direttore dell’ENEA, che per primo ha sottoscritto le previsioni del nuovo sisma. A conferma delle sue dichiarazioni Martelli porta una serie di algoritmi statistici basati su una serie di rilevazioni finora effettuate. Il nuovo sisma, a suo dire, potrebbe scatenarsi in un periodo compreso tra pochi mesi e due anni. Il web ovviamente è stato invaso da tweet e messaggi su Facebook estremamente allarmati. Ai quali Gresta risponde facendo presente che oggi non esistono strumenti scientifici attendibili che consentono di fare previsioni precise: “Sappiamo che la Sicilia orientale è ad alto rischio sismico, ma lo sappiamo non perché ora sarebbe stato messo a punto un esperimento scientifico, ma da quello che ci dice la storia. Le previsioni attualmente hanno un margine di errore e di incertezza troppo ampio per poter essere utilizzate nella pratica. E chi ha fatto quelle previsioni non ha detto quanti falsi allarmi ha generato negli anni quello strumento, quante volte è stato previsto un evento che poi non si è verificato”. Sulla base di una prevedibilità così vaga, osserva Gresta, come ci si dovrebbe comportare? “Spostiamo milioni di persone per due anni e blocchiamo mezza Italia per un evento che magari poi non si verificherà?”. Ovviamente, tutte queste previsioni catastrofiche per molti sono la prova che la profezia dei Maya sulla fine del mondo si stia per verificare. Chi lo pensa non tiene però conto del fatto che la fine del mondo riguarda l’intero pianeta e non solo alcune aree sismiche. Inoltre i terremoti ci sono sempre stati, violenti e squassanti, ma non per questo il mondo è finito.

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