martedì 31 gennaio 2012

Don Stanzione parla ad Olbia sul pericolo del satanismo e dell'occultismo per i giovani

Da MiliziaSanMicheleArcangelo.org


Venerdì 10 febbraio 2012 alle ore 18,30 don Marcello Stanzione su invito del parroco don Gianni Sini tiene una conferenza sui pericoli dell’occultismo ad Olbia in Sardegna alle ore 18,30 nella sala conferenze della Parrocchia di Nostra Signora de La Salette. In maniera paradossale, specie nelle società industrialmente avanzate cresce una certa cultura e pratica dell’occulto che genera azioni violente associate a rituali di invocazione al diavolo che culminano anche con l’assassinio e il suicidio. E’ interessante notare che sono soprattutto donne di mezza età, con punte più alte a Roma, Milano e Torino, le vittime delle “sette” di vario tipo, comprese quelle sataniche. E’ il dato emerso dal convegno “il fenomeno delle sette in Italia”, svoltosi a metà Dicembre 2007, presso il Pontificio Ateneo Regina Apostolorum, copromosso dal dal Gris (Gruppo di ricerca e di informazioni sulle sette) e dall’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII. Secondo una statistica presentata dal Gris, dall’ottobre ...
...  2002 all’ottobre 2007 il numero verde anti-sette (800.22.88.66) ha ricevuto un totale di 8473 chiamate, provenienti per lo più da Lombardia, Lazio, Emilia Romagna. Più coinvolti sono gli adulti rispetto ai giovani. 
Ovviamente non bisogna affidarsi troppo alle analisi dei mass media che per fare scoop  lo riducono alla sfera del sensazionale e lo presentano ora spaventoso, ora drammatico, ora ridicolo. E’ opportuno quindi distinguere tra il vero satanismo ed occultismo ed il satanismo di facciata, ad esempio anni fa si è tanto scritto sui giornali delle “ messe nere” che si sarebbero svolte nella zona dei Castelli romani.
Il più delle volte si trattava di sesso e droga party dove si nascondeva prostituzione e traffico di stupefacenti. E’ chiaro che in questo caso il satanismo vero non c’entra. Il satanismo autentico si può distinguere in due specie: impersonale e personale. Per il satanismo impersonale Satana non è una persona reale ma è il simbolo dell’affermarsi dell’uomo contro Dio, contro l’etica, contro l’autorità: il gruppo degli studenti atei e anarchici anticlericali che nel 2008 osteggiò la visita del papa Benedetto XVI all’università “La Sapienza” di Roma su uno striscione aveva scritto: “ la cultura non ha bisogno ne di padri ne di preti”( essendo ignoranti ed asini non avevano messo l’accento sulla e).
Questo Satanismo che è contro qualsiasi freno a ciò che gli pare e piace può essere espresso così: io sono il dio di me stesso e sono libero da ogni legge morale. Questi messaggi sono in gran parte contenuti nei messaggi subliminali o meno di gran parte del rock satanico. E interessante cogliere il paradosso di questi satanisti che benché tali fino in fondo, non credono all’esistenza di Satana. Ma che la loro matrice sia satanica non c’è dubbio: mai Satana è così presente come là dove lo si nega.
L’effetto è la distruzione totale, è ciò il vero scopo di satana in contrapposizione a Dio creatore.
Per quanto poi riguarda il Satanismo personale, esso considera Satana come l’essere personale che si oppone a Dio. Satana pretende di essere più forte di Dio e delle sue schiere angeliche, propone di poter dare all’uomo la vera felicità e realizzazione che Dio gli nega. Siccome Satana scimmiotta Dio, egli esige un suo  culto con dei rituali e dei sacerdoti. Tutti hanno sentito parlare di messe nere, dal racconto di una ex satanista apprendiamo che la loro celebrazione sembra ricalcare più o meno la messa cattolica.
Ovviamente tutte le invocazioni hanno per oggetto il diavolo anziché Dio. La benedizione è “ nel nome del nome del nostro grande dio Satana”; il gloria si innalza al “Signore degli inferi”; il credo è “nell’unico dio Satana”; invece della consacrazione ovviamente c’è la profanazione delle ostie consacrate; il pater era rivolto a Satana e nel commiato finale si rende grazie al maligno.
E’ interessante rilevare che il vendutissimo libro “Il codice da Vinci”, utilizzato in chiave anticattolica riporta esattamente la descrizione di un rituale satanico che la protagonista Sophie Neveu vede svolgere un sabato notte nel sotterraneo del castello di suo nonno Jacques Saunière: “La stanza era una sorta di grotta, una sala dalle pareti non levigate, che pareva ricavata dal granito della collina. L’unica illuminazione proveniva dalle torce infilate in anelli alle pareti.
Alla loro luce, una trentina di persone formava un cerchio nel centro della stanza…Gli uomini indossavano lunghe tuniche nere e portavano maschere dello stesso colore…Tutti coloro che facevano parte del cerchio si dondolavano avanti ed indietro e cantavano in tono reverente, rivolti verso qualcosa sul pavimento dinanzi a loro…Il canto diventava più veloce. E più forte. Tutti i partecipanti avevano fatto un passo verso l’interno e si erano inginocchiati…Poi, con un improvviso boato, l’intera stanza le era parsa esplodere nel momento dell’orgasmo”.
Le messe nere ed i vari rituali satanici terminano sempre con delle orge dove il sesso patologico e lussurioso si accompagna alla violenza. In modo particolare l’esaltazione dell’omosessualità è il modo migliore per glorificare Satana e offendere Dio!
Alfonso Maraffa

Sviluppo, Monorchio: "Ipotecare le case degli italiani per risanare i conti pubblici"


Un'ipoteca sul 10% del patrimonio privato al posto di una tassa patrimoniale.
Con l'obiettivo di ridurre il costo del debito pubblico prevedendo, in parallelo,
un piccolo "bonus" ai proprietari che si trasformeranno in questo modo garanti
 di parte del debito. L'ipotesi, che al momento è solo un'idea, è arrivata sul tavolo
del primo confronto avviato al ministero dello Sviluppo con i ministri del Pdl.
"Una proposta tra tante", spiega una fonte del dicastero che la ritiene poco
percorribile. Che poi in serata afferma tranchant: "La proposta Monorchio non è
stata né sara presa in considerazione per il Dl Sviluppo". Ma a presentarla è stato
l'ex ragioniere generale dello Stato Andrea Monorchio, che l'ha elaborata assieme
all'esperto Guido Salerno.
E, con le sue suggestioni, trova favorevole qualche rappresentante di governo.
Un'ipoteca sul 10% del valore delle case private: l'idea non é di bolscevichi che puntano
a nazionalizzare la proprietà privata. Ma, elaborata da Monorchio e Salerno,
 è stata presentata già alla Fondazione Ugo La Malfa e, pur nella sua complessità tecnica,
avrebbe lo scopo di evitare la temuta patrimoniale. Già, perché lo scopo è sempre lo stesso:
 recuperare risorse per ridurre le tasse e favorire investimenti e sviluppo. Così che, ora che
anche l'ipotesi condono sembra tramontare, non manca chi ritiene che la proposta
dell'ex ragioniere possa prendere quota, diventare più che percorribile.
L'idea è quella di abbattere il costo del debito pubblico, applicando i tassi Bce
(ora all'1,5%) su nuovi, speciali titoli pubblici, grazie alla garanzia di asset privati: gli immobili
degli italiani, ma solo per una piccola quota parte calcolata sul valore degli immobili di mercato
 all'anno 2000. Al tasso Bce andrebbe però aggiunta una maggiorazione dell'1% che
servirà a ripagare il proprietario che ha dato in garanzia il bene.
Che ci guadagna lo Stato? Il tasso dei titoli per lo Stato sarebbe quindi del 2,5%, ma i conti
pubblici risparmierebbero comunque due punti rispetto ai tassi di mercato e le risorse
potrebbero essere applicate per favorire lo sviluppo. E per i proprietari quali i benefici?
 Evitando la patrimoniale non avranno un aggravio di imposizione ma, anzi, un 'bonus'
taglia-tasse. La maggiorazione dell'1%, che sarà loro attribuita, potrà essere utilizzata
per pagare le imposte (ad esempio l'Ici).
Tecnicamente la proposta - secondo i proponenti che hanno già elaborato anche un
 testo normativo - potrebbe essere realizzata solo dal momento del pareggio di bilancio
 e prevede che 'il patrimonio immobiliare privato' sul quale non gravano già garanzie ipotecarie
 possa essere "prestato", in piccola quota (il 10%), per una garanzia allo Stato sul debito
ventennale contratto con la Bce, con titoli di serie speciale denominati "Mobilitazione del
patrimonio immobiliare privato" e "Bonus ai proprietari garanti". In questo modo il prestito
non sarebbe collegato all'andamento del mercato. Attualmente il patrimonio abitativo,
secondo dati Bankitalia, vale circa 4.832 miliardi che, escludendo quello ipotecato, scende
 a circa 4.500 miliardi. Prevedere un'ipoteca - che in alcune ipotesi sarebbe volontaria e in
altre obbligatoria - del 10%, significa per lo Stato poter contrarre 450 miliardi di debito
pubblico a un tasso ridotto, con un risparmio di almeno due punti percentuali che
 favorirebbe lo Sviluppo.
L'obiettivo sarebbe anche quello di stabilizzare il debito pubblico, riducendo la
quota in mano a investitori esteri (che ora è appena sotto il 50%) e quindi da possibili
speculazioni. Ma l'ipotesi, che è stata sintetizzata anche in un testo normativo di 10 articoli,
 deve ancora superare il vaglio collegiale, che poi è il nuovo metodo avviato dal ministro
Romani che ha portato sul suo tavolo molte proposte, tutte ancora da vagliare.
Bonelli (Verdi): “Ipoteca è un esproprio forzato” - "Il governo non si azzardi
ad avviare un esproprio forzato delle case degli italiani". Lo dichiara il Presidente nazionale
dei Verdi Angelo Bonelli. "A questo punto - aggiunge - è ormai evidente che il governo
brancola nel buio in quanto ad idee per affrontare la crisi economica e che dopo aver
messo in pericolo i risparmi e il lavoro degli italiani adesso ha deciso di ipotecare anche
le case dei cittadini. Invece di cercare idee fantasiose con i beni di chi ha lavorato una
vita per acquistare la propria abitazione il governo farebbe bene a ripristinare gli incentivi
per le eco-ristrutturazioni e per le rinnovabili: gli unici settori che si erano dimostrati a
nti-ciclici negli ultimi anni e che sono stati ridotti ai minimi termini".
Donadi: “Ipoteca è una rapina, servono riforme” -
"L'ipotesi che il governo sta considerando di ipotecare le case di tutti gli italiani per
ridurre il debito pubblico è, nel contesto odierno, una specie di rapina a mano armata.
Questo governo deve smetterla di saccheggiare i risparmi degli italiani".
 Lo afferma Massimo Donadi, capogruppo Idv alla Camera.
"Quello che serve al Paese - aggiunge Donadi - sono riforme strutturali che ridisegnino
l'architettura dello Stato e delle pubbliche amministrazioni e che ci portino a spendere
meno e meglio il denaro pubblico".
07 ottobre 2011

Scioglimento dell'Arma dei Carabinieri e insediamento di un corpo militare sovranazionale immune a qualsiasi legge

Da:qpotere.blogspot.com/2012/01/scioglimento-dellarma-dei-carabinieri-e.html
Sul sito dell'U.N.A.C. (Unione Nazionale Arma Carabinieri) leggiamo una breaking news inquietante: "L’Arma verso lo scioglimento. L’Unione Europea impone la smilitarizzazione della quarta Forza Armata e l’accorpamento dei carabinieri alla Polizia di Stato ... L’Arma dei carabinieri in un futuro più o meno prossimo, ma certamente non remoto, è destinata ad un inevitabile scioglimento". Poco meno di due anni fa la Camera dei Deputati ratificava ad unanumità l'accordo europeo per la costituzione di una forza armata speciale, chiamata EGF.

La Forza di gendarmeria europea (Eurogendfor o EGF) è il primo Corpo militare dell'Unione Europea a carattere sovranazionale. La EGF è composta da forze di polizia adordinamento militare dell'UE in grado di intervenire in aree di crisi, sotto egida NATO, ONU, UE o di coalizioni costituite "ad hoc" fra diversi Paesi.

Eurogendfor può contare su una forza di 800 "gendarmi"mobilitabile in 30 giorni, più una riserva di altri 1.500; il tutto gestito da due organi centrali, uno politico e uno tecnico. Il primo è il comitato interdipartimentale di alto livello, chiamato CIMIN, acronimo di Comité InterMInistériel de haut Niveau, composto dai rappresentanti dei ministeri degli Esteri e della Difesa aderenti al trattato. L’altro è il Quartier generale permanente (PHQ), composto da 16 ufficiali e 14 sottufficiali (di cui rispettivamente 6 e 5 italiani). I sei incarichi principali (comandante, vicecomandante, capo di stato maggiore e sottocapi per operazioni, pianificazione e logistica) sono ripartiti a rotazione biennale tra le varie nazionalità, secondo gli usuali criteri per la composizione delle forze multinazionali.

Incredibile presa di posizione del Generale Antonio Pappalardo, in sostegno del popolo e contro quello che definisce "un regime di parassiti, corrotti e ladr

Da: no censura.com

Cari Amici,

informate tutti gli appartenenti alle Forze Armate e di polizia che il 15 gennaio u.s. è nato a Latina il Movimento civico spontaneo "Dignità sociale", che comprende agricoltori, autotrasportatori, commercianti, artigiani, pescatori, uomini delle forze armate e di polizia, cittadini di ogni condizione sociale, con un preciso compito: salvare la nostra Patria da questo regime di parassiti, corrotti e ladri.

Vi invio Statuto, lettere al Capo dello Stato e al Ministro della Difesa in cui ribadiamo che militari e poliziotti, anche in servizio, si possono iscrivere al movimento.
Lunedì 30 gennaio alle ore 6,00 partiamo da Latina, strada Pontina, incocrocio con Migliara 47, quadrivio San Donato-Sabaudia, con trattori, autotreni, e ogni genere di locomozione (auto, moto, bici, e carrozze trainate da cavalli) per essere ricevuti dal Presidente della Repubblica (lettera allegata) per chiedergli:



- di invitare la magistratura ad indagare e processare coloro che hanno causato nel tempo 2.000 miliardi di euro, affamando il popolo; e possibilmente arrestarli;(...)

- di formare una nuova legge elettorale per consentire ai cittadini di eleggere i propri rappresentanti in modo diretto, libero e personale, come impone la Carta Costituzionale;

- di sciogliere questo Parlamento di falliti, indicendo nuove elezioni perchè Monti non può stravolgere il Paese senza la legittimazione popolare.

Se verrà eletto potrà fare tutto, anche toglierci le mutande, ma con il consenso del popolo sovrano.

Venite tutti a Roma, al Circo Massimo.

Per la prima volta nella storia d'Italia il Popolo, senza bandiere di Partiti e di Sindacati, si muove compatto per riappropriarsi della propria dignità.

Tutti a Roma!

W l'Italia

Antonio Pappalardo

Vicenza-Impresario mette una taglia sul cantiere: "Ricompensa a chi mi trova una commessa"



Da Affaritaliani.it
Martedì, 31 gennaio 2012 - 14:22:00

"Wanted, cercasi lavoro". Ecco l'annuncio choc di un imprenditore edile veneto con venti dipendenti. In provincia di Vicenza sono infatti apparsi manifesti con la foto delle Torri Gemelle e l'annuncio di una ricompensa dell'1% a chi segnala un appalto. Secondo quanto riportato dal Corriere del Veneto a far stampare i volantini, apparsi tra Rosà e Bassano del Grappa, è stato Simone Sartori. "Il senso delle Torri è metaforico - precisa il costruttore - è un grande appalto, ed è il simbolo di un qualcosa da ricostruire, da cui ripartire. Il senso è che anche l'edilizia, che è in crisi profonda, ha grande bisogno di una ripartenza".
cantiere
Sartori è titolare dell'azienda omonima fondata dal padre a Rosà nel 1968, specializzata nell'edilizia civile e residenziale, in restauri e ristrutturazioni. Lavora principalmente nel comparto privato perché, spiega, "ormai negli appalti pubblici è impossibile: da quando vige la regola del massimo ribasso si lavora solo in perdita, chi accetta quei cantieri lo fa solo per aver qualcosa da presentare alle banche in modo da ottenere finanziamenti". Al 'volantinaggio' l'imprenditore bassanese non è del tutto nuovo: "Nel 1999 ho diffuso manifestini in cui, all'opposto, cercavo lavoratori specializzati. Allora il problema era contrario, avevamo bisogno di muratori specializzati. La crescita del comparto era al trenta percento, fra aziende ci si rubava i manovali con vere e proprie aste sullo stipendio".
Viceversa, adesso l'impresa cerca lavori. "La nostra è una provocazione - dichiara Sartori - in primis vogliamo denunciare e sensibilizzare a tutto campo le difficoltà del settore edile, che è andato a picco ed è senza dubbio il comparto che sta pagando il prezzo più alto della recessione. Poi, certo, il secondo obiettivo è recuperare nuovi agenti commerciali occasionali". A chi segnala un potenziale lavoro all'azienda verrà corrisposta una somma pari all'1% del valore del cantiere nel momento della firma del contratto d'appalto. "Se mi segnalano un cantiere da un milione, ci sono diecimila euro per chi ha ci ha contattati - esemplifica l'imprenditore - il manifestino vuole essere anche un'idea simpatica per strappare un sorriso a chi la legge, sensibilizzando l'opinione pubblica e facendo parlare dei problemi del comparto".

Campagna pubblicitaria contro gli incidenti stradali di un'agenzia di pompe funebri


Questi i vescovi e i sacerdoti letteralmente scompasi in Cina



DA Asianews 16 gennaio 2012Mons. Giacomo Su Zhimin vescovo sotterraneo di Baoding (Hebei)Mons. Su, quasi 80 anni, è stato arrestato dalla polizia l’8 ottobre 1997. Da allora nessuno conosce né l’accusa che ha causato l’arresto, né se vi sia stato un processo, né il suo luogo di detenzione. Nel novembre 2003 è stato per caso scoperto in cura in un ospedale di Baoding, circondato da poliziotti della pubblica sicurezza. Dopo una breve e frettolosa visita dei parenti, la polizia lo ha fatto scomparire ancora fino ad oggi.
Prima dell’ultimo arresto, mons. Su Zhimin ha passato a fasi alterne almeno 26 anni in carcere o ai lavori forzati, bollato come “controrivoluzionario” solo perché , fin dagli anni ’50, si è sempre rifiutato di aderire all’Associazione patriottica, che vuole edificare una chiesa nazionale staccata dal papa. Nel ’96 – da un luogo nascosto perché ricercato – era riuscito a diffondere una lettera aperta al governo cinese perché rispettasse i diritti umani e la libertà religiosa del popolo. In tutto ha già speso 40 anni in cattività.

Mons. Cosma Shi Enxiang, vescovo sotterraneo di Yixian (Hebei)Mons. Shi, 90 anni, è stato arrestato il 13 aprile 200i, un venerdì santo. Di lui non si sa nulla, anche se i suoi parenti e fedeli continuano a domandare alla polizia almeno qualche notizia.
Mons. Shi Enxiang ha subito lunghi periodi di carcere: dal 1957 fino al 1980, è stato costretto ai lavori forzati agricoli nell’Heilongjiang, fino a fare il minatore nelle miniere di carbone dello Shanxi. È stato arrestato ancora per tre anni nel 1983, poi ha subito tre anni di arresti domiciliari. Nell’89 – alla costituzione della Conferenza episcopale dei vescovi sotterranei – è stato ancora arrestato e rilasciato solo nel ’93, fino al suo ultimo arresto nel 2001. In tutto egli ha passato già 51 anni in prigione.

P. Giuseppe Lu Genjun, vicario generale della diocesi sotterranea di Baoding (Hebei) 
È scomparso dal 17 febbraio 2006 nelle mani della polizia. P. Lu, appartenente alla Chiesa sotterranea, è stato arrestato nel febbraio 2006 insieme ad un altro sacerdote mentre incontravano un amico alla stazione ferroviaria di Baoding. L’altro sacerdote è stato trasferito nella prigione di Xushui (Hebei) e più tardi rilasciato. Invece per p. Lu, fino ad ora non si conosce il luogo dove è incarcerato.
Nel dicembre 2008, i suoi fedeli hanno chiesto al governo che egli venisse rilasciato almeno temporaneamente per stare vicino ai suoi genitori morenti e partecipare ai funerali. Ma nemmeno questo gesto di pietà filiale, così importante per la cultura cinese, gli è stato permesso.
P. Lu ha subito altri anni di detenzione e violenze. Nel 1998, alla Domenica delle Palme, è stato incarcerato per un breve periodo (forse per non permettergli di celebrare le messe durante la Settimana Santa). Nel 2001 è stato condannato a tre anni di “rieducazione attraverso il lavoro” (campi forzati), accusato di aver condotto attività missionarie illegali che minano l’ordine sociale perché egli non aderiva all’Associazione patriottica. È stato rilasciato nel 2003.
Nel maggio 2004 è stato arrestato insieme a un altro sacerdote, poco prima di dare una conferenza sui metodi naturali per il controllo delle nascite e sulla teologia morale. I due sono stati tenuti per alcuni giorni nella prigione di Dingzhou, vicino ad Anguo (Hebei).

P. Zhang Jianlin, sacerdote sotterraneo della diocesi di Xuanhua (Hebei)P. Zhang è stato portato via da personale dell’Ufficio affari religiosi lo scorso 22 giugno 2011. Fino ad ora non si conosce il luogo dove è detenuto.
Anche nel luglio 2009 il p. Zhang è stato portato via dalla polizia e posto agli arresti domiciliari in un cortile legato all’edificio di un ufficio governativo. Gli era stato dato il permesso di ricevere visite. Ma è stato sottoposto a pesanti tattiche psicologiche e fisiche per costringerlo a sostenere il Consiglio dei vescovi cinesi (non riconosciuto dalla Santa Sede) e ad aderire all’Associazione patriottica. Dopo sette mesi di detenzione è stato rilasciato, ma era tenuto sempre sotto costante controllo, non poteva muoversi in libertà e gli era vietato di praticare il suo ministero
Nel 2008 è stato arrestato a Nanjing, per aver tentato di andare al santuario mariano di Sheshan e partecipare il 24 maggio alla celebrazione della Giornata mondiale di preghiera per la Chiesa in Cina, voluta da Benedetto XVI. Riportato nell’Hebei, ha scontato un periodo di detenzione a Xuanhua.

P. Cui Tai, sacerdote sotterraneo della diocesi di Xuanhua (Hebei)P. Cui è scomparso nelle mani della polizia dal 22 giugno 2011. Quel giorno alcune personalità dell’Ufficio affari religiosi del governo lo hanno portato via e da allora non si conosce dove sia.
Egli è stato spesso arrestato e poi rilasciato. Durante i periodi di detenzione ha sofferto la fame e la sua salute è molto deteriorata. Nel 1993, subendo la condanna a tre anni di prigionia, ha subito percosse e ha perso due denti.
Nel 2001, a causa di un incidente stradale, la polizia è venuta a scoprire la sua identità di sacerdote e l’ha sequestrato in un luogo isolato in montagna, costringendolo a sessioni politiche e lavaggio del cervello. In seguito è stato rilasciato, ma non ha potuto mai svolgere il suo ministero in libertà, essendo sotto continua sorveglianza.


Vescovi e sacerdoti detenutiP. Liu Honggen, sacerdote sotterraneo della diocesi di Baoding (Hebei)P. Liu e altri 8 sacerdoti sono stati arrestati nel villaggio di Xinanzuo (Contea di Qingyuan, Hebei) il 27 dicembre 2006. Attualmente egli è detenuto nella prigione di Qingyuan

P. Ma Wuyong, sacerdote sotterraneo della diocesi di Baoding (Hebei)P. Ma e altri 8 sacerdoti sono stati arrestati nell’agosto 2004, nel villaggio di Suijiazhuang (Contea di Quyang, Hebei). I sacerdoti si erano radunati per festeggiare il loro primo anno di ordinazione. Almeno 20 auto della polizia sono giunte sul luogo per cercarli porta a porta e per arrestarli. Attiulamente il p. Ma si trova nella prigione di Qingyuan.
Prima del Capodanno cinese del 2006, p. Ma è stato temporaneamente scarcerato. È stato ri-arrestato un mese dopo,dopo aver partecipato al funerale di un sacerdote di Baoding, p. Chen Baidu.

P. Wang Chengli, sacerdote sotterraneo della diocesi di Heze (Shandong)Lo scorso 25 agosto 2011, il p. Wang, 48 anni, ha subito una condanna a due anni e mezzo di “rieducazione attraverso il lavoro” (lavori forzati) perché con ogni probabilità si rifiutava di aderire all’Associazione patriottica. Per scontare la condanna, il sacerdote è stato trasferito dalla prigione di Dongming al lager di Jining, a oltre 150 km dal suo paese.

Mons. Wu Qinjing, vescovo ufficiale della diocesi di Zhouzhi (Shaanxi)Dal novembre 2007 il governo costringe questo giovane vescovo a rimanere recluso nel seminario minore di Xian e limita le sue attività. Mons. Wu è stato ordinato in segreto come vescovo della diocesi ufficiale di Zhouzhi, ma senza il permesso della locale Associazione patriottica. Per questo, quando è stata resa pubblica la sua ordinazione (maggio 2006), il governo ha bloccato le sue attività e lo ha sequestrato, costringendolo a imparare a memoria i “Regolamenti sugli affari religiosi”. Gli è vietato portare insegne episcopali e di svolgere alcuna attività come vescovo. Ancora oggi si trova agli arresti domiciliari nel seminario di Xian.

Arrestati, picchiati e insultati 35 cristiani “sorpresi” a pregare in Arabia Saudita

» 31/01/2012 11:39
ARABIA SAUDITA da asianews

Un gruppo di etiopi era riunito in casa di uno di loro, quando la polizia ha fatto irruzione. Sono accusati di “commistione illecita” di persone di sesso opposto non sposate tra loro. Ma secondo Human Rights Watch, si è di fronte a un nuovo episodio di violazione della libertà religiosa.

Beirut (AsiaNews) – Sono stati arrestati, insultati, picchiati e sottoposti a vessazioni di ogni genere 35 etiopi cristiani, 29 dei quali donne, sorpresi a Jeddah, in Arabia Saudita, in una riunione di preghiera. La denuncia viene da Human Rights Watch (HRW), organizzazione per il rispetto dei diritti umani, che aggiunge che ora i 35 rischiano l’espulsione.

Gli etiopi si erano riuniti il 15 dicembre in casa di uno di loro per pregare, durante l’Avvento, quando sono stati arrestati.

A quanto uno degli uomini e due delle donne hanno riferito a HRW, essi sono stati portati prima in una stazione di polizia e poi trasferiti alla prigione di Buraiman. Qui, le donne sono state costrette a spogliarsi e sottoposte a perqusizione corporale, mentre gli uomini sono stati picchiati e insultati come “non credenti”.

Uomini e donne lamentano poi la mancanza di cure - una delle arrestate è diabetica – e condizioni igieniche discriminatorie tra prigionieri sauditi e non.

Dieci giorni dopo l’arresto, i prigionieri sono stati portati in tribunale dove sono stati costretti a porre le loro impronte digitali su un documento che non è stato loro permesso di leggere.

L’accusa nei loro confronti è di “commistione illecita” di persone di sesso opposto non sposate tra loro. E’ la violazione dl divieto che esiste in Arabia saudita di incontri tra uomini e donne.

L’accusa, secondo HRW, nasconde un nuovo episodio di intolleranza religiosa. In Arabia saudita l’unica religione ammessa è l’islam, ma dal 2006 le autorità del Regno si sono impegnate cn gli Stati Uniti a “garantire e proteggere il diritto dei non musulmani, che si riuniscono in casa, di pregare in privato”, mentre “è proibito pregare in publico per qualsiasi fede che non sia l’islam”.

L’organizzazione evidenzia, infine, come questo episodio arrivi a soli due mesi dalla fondazione da parte dell’Arabia Saudita del King Abdullah Bin Abdulaziz International Centre for Interreligious and Intercultural Dialogue. 

Karnataka, folla di estremisti indù assalta un istituto cattolico dei gesuiti. Picchiati studenti e insegnanti

31/01/2012 11:48 da Asianews
INDIA 

di Nirmala Carvalho
L’attacco contro il St. Joseph Collegge di Anegal (40 km a sud di Bangalore) è avvenuto lo scorso 27 gennaio. Motivo dell’assalto, la mancata esposizione della bandiera indiana durante le celebrazioni per la festa nazionale. Gli estremisti hanno attaccato il campus universitario davanti agli occhi della polizia, che ha arrestato senza motivo il rettore dell’istituto p. Melvin Medonca. L’Università è famosa nella zona per l’impegno nell’educazione di Dalit e tribali.

Bangalore (AsiaNews) – Non si fermano le violenze contro i cristiani del Karanataka. Nei giorni scorsi una folla di estremisti indù dei movimenti radicali ha assaltato il St Joseph’s Pu College di Anegal, (40 km a sud di Bnagalore). I radicali hanno picchiato gli studenti e chiesto l’arresto del direttore della scuola per non aver issato la bandiera nazionale durante la festa delle repubblica indiana celebrata lo scorso 26 gennaio. Gli assalitori indù appartengono ai movimenti Vishwa Hindu ParishadBajrang Dal,Rashtra Sakthi Sese e Karnataka Raskshana Vedike. Fra essi anche alcuni membri del consiglio comunale di Anekal.

Durante l’attacco. p. Melvin Mendonca, direttore dell’istituto, e p. Anil D’Mello superiore locale dei gesuiti, hanno tentato di placare la folla, che ha fatto irruzione nella scuola interrompendo le lezioni. La polizia era presente, ma non ha fatto nulla per fermare gli aggressori. Gli studenti della scuola hanno fatto scudo per difendere il loro direttore, ma sono stati picchiati dagli estremisti davanti agli agenti di sicurezza. Per evitare incidenti, il sacerdote si è consegnato agli agenti. Su pressione dei radicali indù la polizia ha fatto percorrere al sacerdote il tragitto a piedi fra insulti, slogan anticristiani e spintoni anziché in auto. Senza alcun motivo, gli agenti hanno trattenuto in centrale p. Melvin, rilasciandolo alle 21,00 dopo nove di interrogatario. Al direttore della scuola non è astato permesso di rilasciare alcuna dichiarazione sull’aggressione subita.

Intervistato da AsiaNews, p. Melvin respinge le accuse e spiega che la bandiera era stata esposta nel campus di Jnana Jyoti, sede principale dell’istituto. “Noi rispettiamo e abbiamo riguardo per i sentimenti nazionali – afferma – e non vogliamo in nessun modo impedire le celebrazioni nella nostra scuola. La bandiera è stata issata nella nuova sede dell’università, che verrà inaugurata il prossimo anno accademico”.

L'Istituto universitario St Joseph di Anegal esiste da oltre 40 anni e dal 2010 ha iniziato ad accogliere studenti degli strati più poveri della società. A tutt’oggi, nell’istituto studiano 378 studenti, fra questi vi sono 220 sono Dalit e circa 60 tribali.

P. Melvin sottolinea che “gli indù hanno assaltato l’università non per la mancata esposizione della bandiera, ma per impedire l’educazione di dalit e fuori casta. “Nell’ultimo anno – continua - i membri del Vishwa Hindu Parishad hanno fatto irruzione nel campus otto volte e hanno chiesto la chiusura dell’istituto durante le agitazioni organizzate dal leader indù Hanna Hazare. Tuttavia noi abbiamo resistito alle pressioni”.

In questi anni nella municipalità di Anegal sono stati registrati diversi attacchi contro i cristiani. Nel 2010 un sacerdote gesuita è stato accoltellato mentre tornava da un villaggio a pochi chilometri dalla città. Nello stesso anno un gruppo di studenti del St. Joseph college è stato aggredito dagli estremisti. Nel 2011 la chiesa cattolica di Anegal è stata danneggiata con sassate e scritte offensive contro i cristiani. 

Le suore di clausura pregano per la Cina

Da: La Bussola quotidiana


Articolo di Piero Gheddo


30-01-2012




Le notizie che giungono dalla Cina sulla situazione in cui si trova la Chiesa sono preoccupanti. Due missionari del Pime, i padri Angelo Lazzarotto e Piero Gheddo, a nome del Pime (che lavora nell’”Impero di mezzo” dal 1858), hanno preso l’iniziativa di coinvolgere i circa 530 conventi femminili di clausura in Italia per una campagna di preghiere, mandando in omaggio il volume Una vita per la Cina (EMI 2011, pagg. 363) con le lettere del martire padre Cesare Mencattini (1910-1941) commentate da padre Lazzarotto e inviando due lettere che spiegano alle sorelle il perché di questa iniziativa. 

La Chiesa di Cina
 “oggi è una bella speranza per la Chiesa universale e soprattutto per la missione in Asia, il continente in cui vivono l’80-82% dei non cristiani di tutto il mondo!”, ma “attraversa il più difficile e decisivo momento della sua storia recente, perché corre il pericolo di dividersi e di cadere in uno scisma, una parola drammatica che ricorda altri tristi tempi nella storia millenaria della Chiesa di Cristo”, scrive padre Gheddo che da trenta e più anni manda ai conventi femminili di clausura i suoi libri sulle missioni e altri dell’Ufficio storico del Pime. 

Padre Angelo Lazzarotto, già missionario ad Hong Kong e profondo conoscitore della Chiesa di Cina attraverso decine di viaggi, illustra brevemente, secondo la sintesi di Asia News, una crisi “innescata il 20 novembre 2010 quando le autorità comuniste decisero di imporre una ordinazione episcopale nella città di Chengde (provincia Hebei) senza l'accordo del Papa”. “Nell'estate del 2011il governo ha imposto due altre ordinazioni episcopali, il 29 giugno a Leshan (prov. Sichuan) e 14 luglio a Shantou (prov. Guangdong), anche se gli erano stati comunicati i motivi per cui il Papa non poteva dare la sua approvazione. Così la Santa Sede ha dovuto dichiarare che i due sacerdoti che accettarono di farsi ordinare vescovi contro le leggi della Chiesa sono incorsi automaticamente nella scomunica. La Cina ha protestato”. “Purtroppo - osserva padre Lazzarotto - il governo comunista non esita ad usare le lusinghe e anche la violenza fisica per raggiungere i suoi scopi. Nell'ultimo anno ha mandato addirittura la polizia per costringere vari vescovi sia a partecipare all'Assemblea del dicembre 2010, che ad eseguire quelle Ordinazioni episcopali. Il governo ha creato per questo l'Associazione Patriottica dei cattolici, che finisce per emarginare i vescovi. Questo assurdo uso della forza per imporre specifiche scelte religiose disonora il prestigio della Nuova Cina di fronte al mondo. Non pochi osservatori e studiosi dicono che ci sono fazioni di estrema sinistra che stanno tentando di prendere il sopravvento nell'apparato governativo: non dimentichiamo che si sta preparando un importante congresso del Partito comunista, che dovrà rinnovare i vertici del potere. 

Quanto alle prospettive per la Chiesa in Cina, “c'è bisogno, certo, di nuovi vescovi. Ma la Chiesa di Cina si trova in una vera emergenza perché per 30 anni, con la chiusura di tutti i seminari, non era stato ordinato alcun prete. Oggi i possibili candidati all'episcopato sono tutti giovani sui 35-40 anni, che mancano spesso di esperienza. Così, accanto a numerosi vescovi e altri delegati che hanno cercato in tutti i modi di rifiutare la partecipazione ai fatti sopra ricordati, non mancano di quelli che non hanno saputo opporre resistenza. E’ difficile sapere quanto spontaneamente lo abbiano fatto, perché spesso sono preoccupati di assicurare il funzionamento delle strutture indispensabili alla vita ecclesiale, dato che il controllo sulle finanze diocesane spesso è in mano ai membri dell'Associazione patriottica. E' noto che molto denaro fluisce attraverso l’Associazione a un numero crescente di diocesi, seminari e parrocchie, per cui chi non coopera col governo deve pagare un grosso costo finanziario. E, come sempre accade, accettare denaro significa una perdita di indipendenza”. 

In questo quadro, “vari tentativi del passato di trovare un'intesa anche con le autorità della Cina comunista sono falliti per il sabotaggio di forze interessate a mantenere lo stato di conflittualità. Ma Benedetto XVI, come già i suoi predecessori, non perde occasione per esprimere la sua fiducia nella Chiesa che vive in Cina, come pure la grande stima che nutre per il popolo cinese e il suo rispetto per il governo che lo guida”. E “anche le autorità di Pechino non ignorano il notevole prestigio di cui gode sul piano internazionale la figura del Papa. Per cui anch'esse ripetono di essere disponibili a migliorare le relazioni col Vaticano”. “Un dialogo costruttivo va cercato, a mio avviso, sul terreno pratico. Le comunità cattoliche desiderano collaborare alla pace sociale e prodigarsi per il bene comune. Ma bisogna che sia assicurata alla Chiesa la possibilità di operare secondo le proprie tradizioni. E nella scelta di candidati all’episcopato è indispensabile che si tratti di sacerdoti idonei sul piano dei requisiti personali ed ecclesiali; e non si può accettare che alcuni organismi, voluti dallo Stato ed estranei alla struttura della Chiesa, si pongano al di sopra dei vescovi stessi nella guida della comunità ecclesiale. Lo ha detto chiaramente anche Papa Benedetto XVI”. 

Per raggiungere un accordo valido e duraturo, a giudizio di padre Lazzarotto, “occorre, credo, un vero miracolo. C'è bisogno, quindi, di una crociata di preghiere, sapendo che ‘nulla è impossibile a Dio’. Per questo Papa Benedetto XVI ha chiesto più volte ai cattolici di tutto il mondo di unirsi all'invocazione dei loro fratelli e sorelle della Repubblica Popolare Cinese. Essi hanno una grande fiducia nella Vergine Maria, che venerano in molti santuari; specialmente a Sheshan (vicino a Shanghai) la invocano come Aiuto dei Cristiani. In particolare, il Papa raccomanda di chiedere che l'intercessione di Maria possa “illuminare quanti sono nel dubbio, richiamare quanti hanno sbagliato, consolare quanti soffrono, e dare forza a quanti sono attratti dalla lusinghe dell'opportunismo”. 

Essere marito e padre: una scelta che in molti casi purtroppo è a rischio. Una legge ingiusta regola il diritto di famiglia che condanna l'uomo a perdere la propria dignità e i propri diritti.

Nasci uomo. Un giorno incontri una ragazza carina con istinti naturali: ti sembra la persona giusta per mettere su casa. Da fidanzata è dolce, carina, ti dice che potrai essere autonomo, indipendente e che  potrai continuare a frequentare i tuoi amici mentre lei fedele a parte qualche giratina con le amiche ogni tanto e il lavoro al mattino accudirà la tua casa e i tuoi figli. Piace a mammà e questo ti incentiva. Una volta sposata... eccola all'opera: vuole i figlie che già dall'inizio ti accorgi che non saranno mai vostri ma solo suoi. Se li accaparra, li fa dormire nel mezzo al letto, nella carrozzina accanto al letto. Non riuscite ad avere più intimità fra voi.  Tu fai il cambiatore di pannolini, porti bagagli e bagaglietti per l'uscita della reginetta e del suoi bambino e piano piano piano finisce il tuo ruolo di marito e di padre. E piano piano il rapporto di disgrega, va in fumo. Dietro quel piccolo visetto di bambino che si pone fra voi ecco le repressioni, le incomprensioni, la mancanza di dialogo degli adulti a volte le infedeltà fino a divenire  odio.... L'uomo diventa immediatamente l'obiettivo su cui scaricare la colpa del fallimento del proprio matrimonio... lo si accusa di immaturità di incapacità di assumersi le proprie responsabilità.Nessuna o quasi si pone di fronte allo specchio e cerca di individuare anche le proprie responsabilità le proprie colpe, la propria mancanza di amore. In compenso si veste da santa, da monumento...lei che ti ha dato dei figli, lei che ti ha dato i migliori anni della sua vita, lei che non hai saputo amare...complessi di colpa su complessi di colpa...Finisci a dormire nel lettino dei figli o su di un divano insieme al cane. Le domeniche trascorse in silenzio aspettando che finisca. Alla fine la inevitabile separazione... Ti troverai davanti a donne giudici, avvocati giudici, medici donne, ( questo perché occorrono le quote rosa).La legge si sa ...è dalla parte della donna... fatta da donne per le donne...e tu sei stritolato... annientato...Non c'è parità fra uomo e donna e quella creaturina indifrsa (sic!) che hai sposato è una tigre vendicativa che ti ricatterà e ti minaccerà per una vita intera..scoprirai il peggio di molte donne: vendicative, represse, invidiose, sciocche, arroganti prepotenti, bugiarde, gelose. Parleranno male di te, della tua vita, cercheranno di segarti se ti accompagnerai o ti sposerai con un'altra donna che sa amarti...Ma tu dovrai mantenerla mentre cercherai di vedere i tuoi figli ( in qualche caso non sarà sbagliato chiedere anche il DNA) a cui lei ti rappresenterà come il peggiore dei padri. E alla fine cercherà anche di tornare a letto con te in molti casi e scoprirai che sa fare più di quello che sapeva fare in costanza di matrimonio... Ti sfrutterà, vorrà il tuo denaro, vorrà al tua attenzione mentre  si proclamerà la santa delle sante... Consolati non tutte le donne sono così per fortuna. Ci sono moltissime donne in gamba, che sanno amare, che sanno stare al proprio posto, che sono delle madri di famiglia veramente esemplari,... Non mi credi? Lo so e come potresti..ma esistono.
Ma purtroppo hai conosciuto  la razza peggiore, quella che ti ridurrà a piangere senza un soldo per quell'orribile errore che hai commesso quel giorno quando l'hai sposata, credendo in lei, nella famiglia...e la legge l'aiuta, la supporta, la tutela perché è la più debole (ahahahahhahaha!). Sei capitato nell'ingranaggio più ingiusto in cui potevi cadere, ma questa è la società in cui viviamo, i cui frutti li vediamo crescere ogni giorno.
E "la legge si sa che è uguale per tutti ma c'è per qualcuno che è più uguale che per altri"... ma questa è un'altra storia... Speriamo che questo femminismo da strapazzo prima o poi finisca facendo riscoprire i veri valori della famiglia e della persona, il diritto di ciascuno alla propria dignità...indipendentemente dal sesso. 
Auguri a tutti gli uomini e ai padri di questo mondo! 

Padri separati: nuovi reietti, negati i diritti dei figli

DA INFOOGGI


Finalmente qualcuno se ne accorge. Oramai erano troppi.  Tre Milioni di Padri sotto la soglia di Povertà . Negati i Diritti dei Figli
ROMA 11 DICEMBRE 2011 - Dopo la Fiction RAI "Sarò sempre tuo Padre" (8.1 milioni di telespettatori) anche l'Eurispes, primario istituto di ricerca e studio, pubblica dati e considerazioni di rilievo. Sono 4.000.000 i Padri Separati. L'80% di loro non arriva a fine mese. Espulsi, ignorati, violentati negli affetti e deprivati negli averi da ex.mogli e tribunali. Ogni anno per migliaia di loro si aprono le porte della depressione, talvolta del suicidio. Idem per i Loro figli.- passaggio dal rapporto Eurispes 2011: " Nonostante la nuova legge 54/2006 obblighi entrambi i genitori a provvedere al sostentamento economico dei figli nati da una unione non più essere, la realtà dimostra che a patire maggiormente le ristrettezze economiche sono gli uomini i quali, nella gran parte dei casi, devono trovare un nuovo domicilio. Con un matrimonio andato in pezzi, una nuova esistenza da inventare e a cui abituarsi e un equilibrio talvolta precario, bisogna pure fare i conti con il portafoglio, solitamente più che dimezzato quando, oltre all’assegno di mantenimento da versare ai figli, sussistono impegni economici presi in precedenza che non cessano con la rottura dell’unione coniugale; e la spesa per eccellenza è costituita dal mutuo, una tassa da pagare per una casa in cui non si vivrà più. [..]

Sono proprio loro, i papà separati, a finire sempre più frequentemente sul lastrico, a rappresentare una nuova categoria di poveri, a chiedere aiuto alla Chiesa o ai servizi sociali. Secondo la Caritas il 25% degli ospiti delle mense dei poveri sarebbero proprio le persone separate o divorziate; una verità scomoda ma facile da credere, considerando che l’80% dei padri separati non riesce a vivere con ciò che resta del loro stipendio. "
 
- Diritti dei Figli: gli Psicologi per la Bigenitorialità.
Dichiarazione a favore delle Proposte di Legge DDL 957 e DDL 2454.
L'ordine Nazionale degli Psicologi giorni fa si è espresso in modo estremamente chiaro e definitivo sulla violazione della legge 54/2006 di affidamento condiviso e quindi della conseguente violazione dell’uguaglianza dei cittadini (art.3 Costituzione Italiana, a discapito dei padri) della conseguente violazione del principio della bi-genitorialità (art.18 Convenzione ONU 1989 a discapito dei figli e della loro sana evoluzione).

- passaggio dalla dichiarazione: “Analisi Critica dell’applicazione attuale dell’Affidamento Condiviso. Introduzione. La legge 54/2006 prevede che l’affidamento sia, di regola, disposto a favore di entrambi i genitori, mentre l’affidamento all’uno o all’altro genitore rappresenti un’eccezione. [..] Purtroppo i casi in cui c’è aderenza sono molto più limitati di quelli in cui si mantiene il vecchio modello. Pertanto sono da distinguere tutte quelle situazioni di vita quotidiana in cui la norma è applicata con rigore (principio della bigenitorialità = riferimento al nucleo allevante) e quelle situazioni in cui la norma è applicata secondo il principio del genitore “prevalente”, introducendo il termine “collocatario”che non è coerente con il principio ispiratore della norma, e che è stato introdotto nella giurisprudenza italiana per mantenere nella sostanza il vecchio modello dell’affidamento esclusivo.

Data quindi la totale inidoneità al fine della salute dei figli di un modello che preveda che un solo genitore (quello collocatario o prevalente) sia il permanente punto di riferimento dei figli [..] mentre l’altro si limita ad erogargli il denaro avendo con i figli solo sporadici contatti, in linea generale, le modifiche del disegno di legge DDL 2454 non fanno altro che promuovere la possibilità che il principio della bi-genitorialità (nucleo allevante) non resti un mero principio, ma si inserisca nelle trame della vita quotidiana come applicazione rigorosa del principio stesso, tale da mantenere il processo evolutivo quale “processo”, appunto, e non “fatto”, cioè tale da mantenere sempre aperta la possibilità che su questo processo, incerto nel suo incedere, si possa inserire non solamente UN genitore, ma il nucleo allevante, cioè ciò che mantiene un assetto di terzietà.

Nel bilancio complessivo della salute del figlio certamente è per lui meno di sacrificio perdere un pò di tempo a frequentare due case che non perdere la possibilità di avere un riferimento in entrambi i genitori.

[..poi riguardo al DDL 2454 che introduce “frequentazioni paritetiche” per ciascun genitore] - Riteniamo quindi che l’introduzione del concetto di pariteticità vada opportunamente a promuovere l’applicazione del principio della bi-genitorialità come riferimento per l’assetto familiare [..] in modo da poter escludere nell’applicazione della norma la distinzione tra genitore connotato come prevalente” o “col locatario” e genitore connotato quindi come “marginale/periferico” o “non col locatario”.

[..dopo una parte a favore del doppio domicilio per il minore, cioè della pari dignità per la casa del padre come per quella della madre, l’ordine riporta alcuni dati sui danni da assenza paterna e monogenitorialità]- [..] Lo studio di Anna Sarkadi, Robert Kristiansson, Frank Oberklaid, Sven Bremberg (Anna Sarkadi et alt., “Fathers” involvement and children’s developmental outcomes.” Acta Pediatrica 2008, 97/2) mette in evidenza come il coinvolgimento paterno “ inteso come tempo di coabitazione, impegno e responsabilità -abbia influenze positive sullo sviluppo della prole. Gli studiosi hanno analizzato retrospettivamente 24 studi longitudinali, svolti in 4 continenti diversi. La conclusione è che il coinvolgimento del padre migliora lo sviluppo cognitivo [..] diminuisce la delinquenza giovanile e riduce la frequenza di problemi connotati come “comportamentali”.

Nepal, stretta del governo maoista sul diritto all’informazione

30/01/2012 15:57
NEPAL 
Da Asianewsdi Kalpit Parajuli
Le nuove politiche varate nei giorni scorsi impongono la segretezza sulle attività dell’esecutivo e puniscono la diffusione dell’informazioni. Aumentati da 5 a 140 i settori per cui previsto un alto grado di riservatezza. Fra esse anche alcune sedute del parlamento. Proteste dell’opposizione e dei giornalisti che temono una svolta autoritaria del Paese.

Kathmandu (AsiaNews) – Il governo maoista del Nepal ha aumentato gli standard di segretezza sulle attività del Primo ministro, i ministeri degli Interni, della Giustizia e dell’informazione. Essi limitano il diritto accesso all’informazione e puniscono la diffusione di notizie da parte di media e privati cittadini sulle attività considerate riservate. Presentato lo scorso 27 gennaio, il provvedimento aumenta da 5 a 140 i settori per cui è previsto il segreto di Stato o la riservatezza. Ciò stravolge la Legge sui Diritti dell’Informazione varata nel 2007.

In questi giorni giornalisti e attivisti per i diritti umani hanno manifestato in varie parti del Paese, chiedendo di rivedere le restrizioni. Nell’est del Nepal, le proteste sono sfociate in scontri con la polizia che ha arrestato 36 persone. Secondo gli esperti, i leader maoisti vogliono evitare fughe di notizie sulla politica estera, in particolare i legami con la Cina, e sullo stato dei lavori per la consegna della nuova costituzione.

Dal 1° febbraio i giornalisti non avranno accesso ad alcune sedute del parlamento, incontri e accordi con capi di Stato e delegazioni estere. Tutte le informazioni su attività di membri del governo saranno poste sotto alto grado di riservatezza. Diversi politici hanno criticato la decisione e accusano Barbhuran Bhattarai, Primo ministro, di voler introdurre nel Paese metodi da Stato totalitario su modello della vicina Cina.

Sherbahadur Deuba, ex Primo ministro e membro del Nepali Congress, afferma che le nuove politiche sono inaccettabili. “Limitando l’accesso alle informazioni sull’operato dell’esecutivo – spiega – si rischia una deriva da Stato totalitario”. Dello stesso parere è Jhalanath Khanal, predecessore dell’attuale Premier, che considera le modifiche legislative varate dal governo un “insulto” alla democrazia, utili per coprire eventuali manovre impopolari e i casi di corruzione.

Per i prossimi giorni, la Federazione dei giornalisti nepalesi e le associazioni per il diritto all’informazioni hanno promesso nuove manifestazioni. Intanto, alcuni leader politici hanno presentato una denuncia all’Corte suprema di Kathmandu, per fare pressioni sul governo e costringerlo a cancellare le nuove direttive.

Dopo secoli di monarchia assoluta indù e circa 10 anni di guerra civile maoista, dal 2006 il Nepal è una repubblica federale. A tutt’oggi il Paese è guidato dal partito maoista, formazione politica degli ex guerriglieri, vincitore delle elezioni per l’assemblea costituente del 2008. In questi anni il Paese ha rischiato più volte di piombare in una guerra civile a causa della crisi economica e delle lotte fra i partiti legati al vecchio regime, comunisti e maoisti. 

Disoccupazione record L'8,9% senza lavoro Molto bene la Germania


L'Istat: è il numero di disoccupati più alto dal gennaio 2004. La Germania ai nuovi minimi: 6,7%

di  - Da Il Giornale 
E' il dato più alto dal gennaio 2004, rivela l'Istat, anno d’inizio delle serie storiche mensili dell’Istat. Se invece si prendono in considerazione le serie storiche trimestrali, per trovare un tasso di disoccupazione così alto bisogna tornare al terzo trimestre del 2001. 

Peggiora la situazione

I tecnici dell’Istat hanno spiegato che, sempre a dicembre 2011, "c’è stato un peggioramento consistente del mercato del lavoro, soprattutto per un incremento della disoccupazione maschile". Il numero dei disoccupati ha raggiunto quota 2.243.000. La disoccupazione maschile cresce del 5,1% rispetto a novembre e del 15,1% su base annua. Diminuisce invece il numero di donne disoccupate rispetto a novembre del 3,9% mentre aumenta del 6,2% in termini tendenziali. Quanto all’occupazione, a dicembre 2011 gli occupati sono 22.903.000, un livello sostanzialmente invariato rispetto a novembre, in presenza di un calo della componente maschile e di una crescita di quella femminile. Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuiscono dello 0,2% (-43mila unità) rispetto a novembre.

In Germania è ai minimi storici

Buone notizie, invece, dalla Germania: a gennaio il tasso di disoccupazione è sceso al 6,7%, ai nuovi minimi dall’inizio della serie storiche. Lo rende noto il Dipartimento del Lavoro precisando che il numero di disoccupati è sceso di 34mila unità a 2,849 milion