mercoledì 25 gennaio 2012

Lo spettacolo di Castellucci Il volto di Cristo e le facce di bronzo


Spunta UN VIDEO in cui il regista spiega il significato della sua pièce: "Gettare un po’ di m.... sul viso di Dio"

di  -  Da Il Giornale 

Milano - Il Volto del più bello tra i figli degli uomini guarda gli spettatori con gli occhi immaginati da Antonello da Messina. La scena è tutta bianca, l’arredamento minimal ricorda interni metropolitani. 

Storie di agio materiale e devastazione emotiva, la sofferenza di un padre incontinente e di un figlio che lo accudisce con amorevole pazienza sempre più messa alla prova, finché alla fine è Gesù il capro espiatorio. Siamo al Teatro Parenti, alla prima dello spettacolo Sul concetto di Volto nel figlio di Dio, accusato di blasfemia dopo le rappresentazioni francesi. Padrona di casa Ruth Shammah. Tra gli ospiti, Giulio Giorello, Vito Mancuso, Antonio Scurati, Michele Serra e Concita De Gregorio, l’assessore alla Cultura, Stefano Boeri. Assente la censura, evocata e a tratti invocata.Fuori, le camionette e la polizia pronta a una sommossa che grazie a Dio non c’è, a parte qualche tensione con gli esponenti di Forza Nuova. La strada è quasi deserta. In una piazza poco lontana, gruppi di cattolici, molti tradizionalisti e lefebvriani, pregano. «Il fatto che sia arte non vuol dire che non offende. Se in uno spettacolo si offende un mio parente, resta un’offesa», argomenta Andrea Giacobazzi. A che gruppo appartiene? «Non importa, siamo tutti uniti di fronte all’offesa a Dio. Io sono cattolico apostolico romano». Alle nove in punto, orario di inizio dello spettacolo, nella parrocchia San Pio X si celebra la Santa Messa di riparazione all’offesa al Santo Volto. Così in molte altre chiese in tutta Italia.
La causa dell’oltraggio sono i liquidi scuri e le bombe che in Francia hanno deturpato l’immagine di Gesù. Escrementi? Una follia oscena di chi se l’è inventata, perché «queste persone sono oscene» dichiarava sdegnato alla conferenza stampa di presentazione Romeo Castellucci, il regista della performance criticata dal Vaticano e dalla Chiesa di Milano. Si sono sprecate le lamentele sulla censura, le interpretazioni malevole, il teatro sotto assedio, la malafede dei cattolici che in Francia protestavano indignati contro lo spettacolo e in Italia lo contestavano senza averlo visto. Qualcuno è arrivato a parlare persino di antisemitismo.
Lunedì sera su La7, alla vigilia del debutto milanese, Gad Lerner ha fatto l’ennesimo spot alla direttrice artistica del Teatro Parenti, Ruth Shammah, e al regista Castellucci, che era arrivato a parlare di fatwa cristiana e a negare ripetutamente di aver pensato di lanciare escrementi sul Volto di Dio. Eppure i video che circolano su Internet lo smentiscono. In uno di essi, rilanciato dal sito tradizionalista Fides et Forma e datato novembre 2010, quando lo spettacolo non era ancora approdato ad Avignone, su un’emittente locale Castellucci in versione Riviera romagnola era molto esplicito. E rivelava all’intervistatore l’obiettivo di «far incontrare l’escatologia in questa performance con la scatologìa in senso letterale, quindi la m..... (la parola è proprio quella lì, ndr)». Poi il regista si spingeva oltre, proponendosi di «illuminare la m..... (sempre quella parola lì, ndr) con la luce divina». Fino all’exploit finale: «Gettare un po’ di m.... (sempre quella, ndr) sul Volto di Dio».
Le immagini di scena, riprese dalle tv e dai fotografi francesi, erano in perfetta sintonia con gli intenti dichiarati. E infatti l’inchiostro di china veniva buttato dietro l’immagine di Antonello da Messina, in modo che il Volto di Cristo venisse coperto da un liquido scuro che gli spettatori (confortati dalla lettura del regista) hanno interpretato come un’allusione agli escrementi del protagonista dello spettacolo. C’erano poi le granate lanciate sul Volto di Dio da un consistente gruppo di comparse che a Milano non sono presenti «per ragioni economiche».
Omnia in bonum e lo spettacolo può diventare migliore delle intenzioni dell’autore. Nella vita si può cambiare idea, migliorare e dare interpretazioni contraddittorie e confuse anche del proprio lavoro, ma perché gettare la Croce addosso ai tanti cristiani e agli esponenti della Chiesa cattolica che da tutte queste oscenità si sentono offesi? O alla Diocesi di Milano che ha chiesto al Teatro Parenti maggiore attenzione nella programmazione?

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