mercoledì 8 febbraio 2012

GENDER: farmaci ai bimbi “confusi” in Gran Bretagna



La Gran Bretagna ha dato il via a una procedura medica destinata a bambini di 12-13 anni che si sentono “confusi” riguardo la loro identità sessuale. Il protocollo prevede un’iniezione che blocca la pubertà e permette ai ragazzi – come ha spiegato il 16 aprile un portavoce della Tavistock Clinic di Londra – « di fare una scelta pensata prima che nel loro organismo appaiano tratti spiccatamente maschili o femminili ».
La decisione di dare il via alla terapia è stata presa dal National Research Ethics Service (Nhs) che ha confermato che questa sarà somministrata al Tavistock and Portman Trust di Londra, l’unica clinica nel Regno Unito che si occupa di assistere ragazzi nati con organi sessuali maschili o femminili ma che si identificano con l’altro sesso.
I sostenitori della nuova terapia, già adottata in alcuni Stati americani, ritengono che questa rappresenti un « modo per prevenire problemi psicologici ». Chi si oppone sostiene invece che il farmaco, che va preso tutti i mesi, impedirebbe ad adolescenti e preadolescenti di superare il senso di confusione senza doversi sottoporre a cure chimiche. « Non è giusto trattare bambini di 12 anni come animali da laboratorio – ha spiegato Josephine Quintavalle di Core (Comment on Reproductive Ethics) –. A questa età un ragazzo non è maturo abbastanza per dare il consenso o fare delle scelte. E nessuno è ancora riuscito a garantire che il farmaco non sia dannoso ».
Le iniezioni possono essere prescritte alle persone cui è stato diagnosticato il cosiddetto “Gender identity disorder” (Gid, il “Disordine nell’identità di genere”), definito come condizione psichica in cui una persona nata di un sesso “sente” di appartenere all’altro. Una procedura con esiti devastanti: tra gli effetti del farmaco c’è infatti l’arresto nello sviluppo degli organi sessuali in modo da permettere un intervento chirurgico meno invasivo se la persona volesse poi cambiare sesso.

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