di Gian Guido Vecchi
Corriere della
Sera
CITTÀ DEL VATICANO - Anche nella
Chiesa, in fondo, è una tentazione vecchia di duemila anni. Poiché nulla è
casuale nella liturgia, prima che Benedetto XVI si disponga a «creare»
solennemente i 22 nuovi Cardinali, al Vangelo, nella Basilica di San Pietro si
dà lettura in latino del capitolo 10 di Marco, con Giovanni e Giacomo che dicono
a Gesù: «Concedici di sedere, nella tua
gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
Tentazione umana, troppo umana. E
Benedetto XVI, davanti ai nuovi porporati e a tutto il Collegio cardinalizio,
commenta: «Non è facile entrare nella logica
del Vangelo e lasciare quella del potere e della
gloria».
È una riflessione di grande
importanza, quella del Pontefice, in un momento di tensioni, fughe di documenti
e veleni interni ed esterni al Vaticano che sono arrivati a «farneticare» di «complotti omicidi» contro di lui, di
profezie funeste sui «12 mesi di
vita», di dimissioni cui avrebbe pensato in vista del suo ottantacinquesimo
compleanno, il 19 aprile, cosa smentita per tempo dalla Santa Sede («la questione non si pone») e dallo
stesso calendario di impegni del Papa.
Mercoledì, meditando sulla Croce
davanti ai seminaristi di Roma, Benedetto XVI aveva spiegato come Gesù inviti «al difficile gesto di pregare
anche per coloro che ci fanno torto, ci hanno danneggiato». Padre
Federico Lombardi ha parlato di «Vatileaks» che «tende a screditare il Vaticano e
la Chiesa »
per fermare la linea di «purificazione e
rinnovamento» voluta dal Papa. Così ora è importante che alla fine della sua
«allocuzione» Benedetto XVI alzi lo
sguardo e sillabi: «Pregate anche per me, affinché
possa sempre offrire al popolo di Dio la testimonianza della dottrina sicura e
reggere con mite fermezza il timone della santa Chiesa».
Il Papa vuole procedere con «mite fermezza» nella sua opera di
riforma. La stessa fermezza mite con la quale ricorda la «folgorante risposta» di Gesù ai due
figli di Zebedeo: «Voi non sapete quello
che chiedete. Potete bere il calice che io bevo?». Il calice è quello della
Passione, ricorda ai Cardinali: «Il servizio a Dio e ai fratelli,
il dono di sé: questa è la
logica che la fede
autentica imprime e sviluppa nel nostro vissuto quotidiano e
che non è invece lo stile mondano del potere e della gloria».
Cita un Padre della Chiesa, San
Cirillo d'Alessandria: «I discepoli erano
caduti nella debolezza umana e stavano discutendo l'un l'altro su chi fosse il
capo e superiore agli altri. Quanto è accaduto ai Santi Apostoli può rivelarsi
per noi un incentivo all'umiltà».
L'anello. E la berretta rosso porpora. Gesù stesso «si
presenta come servo, offrendosi quale modello». I Cardinali si inginocchiano
uno ad uno davanti al Papa ricevendo i segni di una «dignità cardinalizia» che ha il colore
del sangue: «Ai nuovi cardinali è affidato il
servizio dell'amore: amore per Dio, amore per la sua Chiesa , amore per i
fratelli con una dedizione assoluta e incondizionata: fino all'effusione del
sangue, se necessario».
Ed elenca otto caratteristiche per
«servire» la
Chiesa : «Amore, vigore, limpidezza, sapienza, energia,
fortezza, fedeltà e coraggio».
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.