giovedì 23 febbraio 2012

«Non inseguite potere e gloria» L'appello del Papa ai 22 nuovi Cardinali



di Gian Guido Vecchi
Corriere della Sera

CITTÀ DEL VATICANO - Anche nella Chiesa, in fondo, è una tentazione vecchia di duemila anni. Poiché nulla è casuale nella liturgia, prima che Benedetto XVI si disponga a «creare» solennemente i 22 nuovi Cardinali, al Vangelo, nella Basilica di San Pietro si dà lettura in latino del capitolo 10 di Marco, con Giovanni e Giacomo che dicono a Gesù: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
Tentazione umana, troppo umana. E Benedetto XVI, davanti ai nuovi porporati e a tutto il Collegio cardinalizio, commenta: «Non è facile entrare nella logica del Vangelo e lasciare quella del potere e della gloria».
È una riflessione di grande importanza, quella del Pontefice, in un momento di tensioni, fughe di documenti e veleni interni ed esterni al Vaticano che sono arrivati a «farneticare» di «complotti omicidi» contro di lui, di profezie funeste sui «12 mesi di vita», di dimissioni cui avrebbe pensato in vista del suo ottantacinquesimo compleanno, il 19 aprile, cosa smentita per tempo dalla Santa Sede («la questione non si pone») e dallo stesso calendario di impegni del Papa.
Mercoledì, meditando sulla Croce davanti ai seminaristi di Roma, Benedetto XVI aveva spiegato come Gesù inviti «al difficile gesto di pregare anche per coloro che ci fanno torto, ci hanno danneggiato». Padre Federico Lombardi ha parlato di «Vatileaks» che «tende a screditare il Vaticano e la Chiesa» per fermare la linea di «purificazione e rinnovamento» voluta dal Papa. Così ora è importante che alla fine della sua «allocuzione» Benedetto XVI alzi lo sguardo e sillabi: «Pregate anche per me, affinché possa sempre offrire al popolo di Dio la testimonianza della dottrina sicura e reggere con mite fermezza il timone della santa Chiesa».
Il Papa vuole procedere con «mite fermezza» nella sua opera di riforma. La stessa fermezza mite con la quale ricorda la «folgorante risposta» di Gesù ai due figli di Zebedeo: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo?». Il calice è quello della Passione, ricorda ai Cardinali: «Il servizio a Dio e ai fratelli, il dono di sé: questa è la logica che la fede autentica imprime e sviluppa nel nostro vissuto quotidiano e che non è invece lo stile mondano del potere e della gloria».
Cita un Padre della Chiesa, San Cirillo d'Alessandria: «I discepoli erano caduti nella debolezza umana e stavano discutendo l'un l'altro su chi fosse il capo e superiore agli altri. Quanto è accaduto ai Santi Apostoli può rivelarsi per noi un incentivo all'umiltà».
L'anello. E la berretta rosso porpora. Gesù stesso «si presenta come servo, offrendosi quale modello». I Cardinali si inginocchiano uno ad uno davanti al Papa ricevendo i segni di una «dignità cardinalizia» che ha il colore del sangue: «Ai nuovi cardinali è affidato il servizio dell'amore: amore per Dio, amore per la sua Chiesa, amore per i fratelli con una dedizione assoluta e incondizionata: fino all'effusione del sangue, se necessario».
Ed elenca otto caratteristiche per «servire» la Chiesa: «Amore, vigore, limpidezza, sapienza, energia, fortezza, fedeltà e coraggio».

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