mercoledì 30 maggio 2012

Eccezionale: Extracomunitario miracolato....


Il pianeta con la coda


COME MERCURIO – La scoperta, che si deve ai ricercatori americani del Massachusetts Institute of Technology (Mit), della Nasa, e’ pubblicata sulla rivista Astrophysical Journal. Individuato grazie al satellite Kepler, il pianeta avrebbe le dimensioni di Mercurio, e impiegherebbe solo 15 ore per completare un’orbita intorno alla sua stella.Secondo i calcoli e le simulazioni fatte dai ricercatori, il piccolo pianeta extrasolare si degradera’ completamente entro cento milioni di anni.
LA NUVOLA - La nuvola di gas e polveri che circonda il pianeta, secondo i ricercatori, e’ composta di polvere ‘costituita da particelle di dimensioni inferiori al micron’ osserva uno degli autori, il fisico Saul Rappaport, del Mit. I ricercatori, spiegano gli esperti dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), sono arrivati alla conclusione che il pianeta stia evaporando analizzando i dati del cacciatore di pianeti extrasolari Kepler della Nasa, che ha rilevato una curiosa variazione di luce nella stella KIC 12557548. Il pianeta passando davanti la stella scherma la luce.
LA CODA – Questo, prosegue l’Inaf, permette di riconoscere il passaggio di un pianeta davanti alla sua stella madre e registrando i passaggi successivi, misurare il tempo della sua orbita. Gli astronomi pero’ hanno notato un’anomala variazione dell’intensita’ della luce ‘bloccata’ a ogni passaggio del pianeta. Per dare una spiegazione a questo fenomeno, i ricercatori hanno ipotizzato che tale variazione dipenda dalle modifiche che subisce il pianeta a causa dell’evaporazione che genera una coda di gas e polveri. (ANSA

Foto di una tenda-mensa in Emilia


Serge Boret Bokwango membro congolese parla degli africani


Un mirandolese impegnato nei soccorsi ha scritto.....


Super Vulcani italiani:a che punto siamo


La situazione Italiana al 31/03/2012

Il Monte Marsili e’ un enorme vulcano sommerso, il piu’ grande di tutta Europa, che si trova a 150 chilometri dalle coste della Campania. Oggi quel vulcano che si trova sott’acqua torna a far paura, preoccupando la popolazione che vive in quelle zone: alcune indagini condotte proprio nelle ultime ore hanno messo in allarme l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che ha annunciato che il vulcano, che si trova a tremila metri di profondita’, sotto le acque del Mar Tirreno e che ha una struttura lunga 70 chilometri e larga 30, oltre che un cratere che si trova a 450 metri dalla superficie dell’acqua, potrebbe esplodere in qualsiasi momento.

“Le ultime indagini compiute dicono che l’edificio del vulcano non è robusto e le sue pareti sono fragili. Inoltre abbiamo misurato la camera di magma che si è formata negli ultimi anni ed è di grandi dimensioni. Tutto ci dice che il vulcano è attivo e potrebbe eruttare all’improvviso“, queste le parole di Enzo Boschi dell’Ingv in merito al vulcano Marsili.

Le ultime ricerche condotte sul piu’ grande vulcano d’Europa, che si trova sott’acqua, hanno dimostrato che e’ molto probabile che si verifichi un’eruzione, che potrebbe anche causare uno tsunami: “La caduta rapida di una notevole massa di materiale scatenerebbe un potente tsunami che investirebbe le coste della Campania, della Calabria e della Sicilia provocando disastri“. Insomma, un sorvegliato speciale che ha messo in allarme la popolazione che vive su quelle coste.

“Quello che serve è un sistema continuo di monitoraggio, per garantire attendibilità. Ma è costoso e complicato da realizzare. Di sicuro c’è che in qualunque momento potrebbe accadere l’irreparabile e noi non lo possiamo stabilire“: un monitoraggio necessario secondo Enzo Boschi.

UNA STAZIONE AL LARGO DELLA SICILIA
Vulcani sottomarini «spiati» dai fondali

ORION Geostar, la spia che viene dal mare. Si chiama così, infatti, la stazione geomarina situata aL largo della Sicilia che ha il compito di osservare, analizzare, i vulcani sottomarini. In particolare, l'Orion deve occuparsi del vulcano Marsili, una montagna di fuoco sottomarina più grande dell'Etna che risulta ancora geologicamente attiva.
«Il progetto Orion Geostar 3 - dichiara Paolo Favali, direttore del progetto, gestito dall'Istituto nazionale di geologia e vulcanologia - è il terzo, successivo a due precedenti, tutti finanziati dall'Ue nell'ambito del quarto e quinto programma quadro. L'Orion rimarrà sul fondo del mare almeno fino a giugno. Abbiamo calcolato un'alimentazione energetica sufficiente per almeno 6 mesi, quindi non è prevista una manutenzione sottomarina. Le nostre attrezzature sono calibrate per resistere ad una pressione circa 330 volte superiore a quella sopportabile dall'uomo, e sono anche trattate per combattere gli inevitabili danni della corrosione». Ma che cos'è il vulcano Marsili, obiettivo delle analisi dell'Orion? È più grande dell'Etna: misura circa 70 km per 30 ed è alto 3.000 metri. È un vulcano giovane, la cui lava risale a 100.000 anni fa, niente in confronto ad intere ere geologiche. Il Marsili è stato scoperto negli anni '90 sul fondo del Tirreno meridionale dall'Istituto di scienze marine - Ismar - di Bologna, facente capo al Cnr.
Secondo gli studiosi dell'Ismar, l'attività vulcanica recente risulta anche nella circolazione di fluidi ad alta temperatura all'interno della crosta del monte. Aree in cui questi fluidi vengono emessi sul fondo marino, sono state identificate nei vulcani sottomarini e nella porzione sommersa dell'edificio vulcanico di Panarea. Inoltre, sono stati evidenziati sistemi di drenaggio sottomarino, attraverso i quali i sedimenti vengono trasferiti dalle aree costiere agli abissi centrali del Mar Tirreno.
I più importanti assi di questo sistema di drenaggio sono il canyon di Stromboli e la Valle della Sardegna. Sono veri e propri canyon del mare, larghi fino a 4 km e profondi centinaia di metri, che solcano i fondali del Tirreno per circa 250 km. Addirittura, là dove i canyon attraversano aree a pendio elevato, formano cascate del tutto simili a quelle che si trovano sulla superficie terrestre.
«Ma non c'è pericolo di maremoti - dichiara Enzo Boschi, presidente dell'Ingv - il Marsili è attivo geologicamente, ma non è pericoloso». Esistono anche altri due vulcani sommersi che «verranno studiati successivamente», «il Vassilov ed il Magnaghi». Entrambi risalgono a circa 5-7 milioni di anni fa e presentano un'altezza media di 3.000 metri. Sono situati a metà strada tra la Sardegna e il Lazio.

Super-vulcani potrebbero minacciare la vita sulla Terra



  Autore: Redazione NEWTON
  mercoledì 30 maggio 2012 -


struttura vulcani
Non sono gli asteroidi, non è l'effetto serra e nemmeno il rischio di una guerra nucleare: il nemico principale del pianeta Terra si chiama super-vulcano e colpisce in media ogni 50.000 anni.

Lo scienziato Michael Rampino dell'Università di New York non ha dubbi: il rischio rappresentato dai super -vulcani, questi mostri della natura è ben più alto rispetto al pericolo asteroidi o alla minaccia posta dal surriscaldamento della Terra.
Nonostante il nome, i cosiddetti super-vulcani non assomigliano affatto ai loro cugini, i vulcani che tutti conosciamo: sono una sorta di enormi calderoni pieni di magma bollente e gas nascosti nel sottosuolo, le cui eruzioni sono estremamente difficili da prevedere.

Rampino ha studiato a lungo il comportamento di questi giganti assassini: secondo la sua ricerca, pubblicata sulla rivista New Scientist, le prossime mega-eruzioni potrebbero arrivare da 2 super-vulcani negli Stati Uniti. Entrambi si trovano nelle viscere della California, uno sotto la Long Valley e l'altro sotto il parco di Yellowstone (scoperto negli anni '60 grazie all'aiuto dei satelliti). Questi due super-vulcani si sono 'svegliati' solo 3 volte negli ultimi due milioni di anni, ma in media la Terra è stata scossa (con gravi conseguenze per l'ecosistema planetario) dalle mega-eruzioni ogni 50.000 anni. I grandi asteroidi (quelli con un diametro superiore ad un chilometro), invece, colpiscono in media ogni 100.000 anni.

L'ultima super-eruzione, spiega Rampino, risale a 73.000 anni fa: un super-vulcano si attivò a Toba, sull'isola di Sumatra, e provocò sulla superficie terrestre un cratere di 100 chilometri di diametro liberando nell'atmosfera 3 miliardi di tonnellate di anidride solforosa. Secondo lo scienziato, si può calcolare che solo poche migliaia di esseri umani in tutto il mondo sopravvissero alla gigantesca eruzione di Toba.

In caso di un'altra super-eruzione delle proporzioni di Toba, osserva Rampino, le temperature nei quattro angoli della terra scenderebbero di 3-5 gradi centigradi per almeno una decade a causa dell'enorme massa di cenere e gas che ostruirebbe i raggi del sole. Di conseguenza, conclude lo scienziato 'gran parte della vegetazione dell'Africa verrebbe cancellata, mentre a livello mondiale la vegetazione verrebbe ridotta del 25 per cento'.


L’attentato di Brindisi. Tanta retorica e tanta cecità


da Corrispondenza Romana 22/05/2012

(di Paolo Deotto su Riscossa Cristina del 22-05-2012) La morte è una cosa seria, tanto più quando muore una giovane innocente, in un atroce attentato. Purtroppo in questo nostro strano Paese si riesce a utilizzare anche una cosa seria per esibizioni gratuite e vuote, non riuscendo in compenso ad andare alla vera radice dei mali.
Il funerale della giovane Melissa Bassi, vittima dell’attentato di Brindisi, è stato occasione per una passerella di Loden + Ministra Giustizia + Ministra Interni + 2 Procuratori impegnati a litigare tra loro + Procuratore nazionale antimafia. Per l’ennesima volta si è persa un’ottima occasione per tacere, non foss’altro per rispetto di fronte alla morte, e tanto più è cosa buona il silenzio quando non si ha niente da dire. Certo, abbiamo sentito le solite ovvietà quali “la risposta dello Stato”, “la fermezza”, “la vigilanza”, nonché l’immancabile “risposta forte e chiara della città”.
Ci mancherebbe altro: c’è bisogno di scomodare un Capo del governo (si fa per dire, ma per ora a Palazzo Chigi c’è lui…) e due ministre per dire che lo Stato indagherà per trovare i colpevoli? Ci rendiamo conto che siamo ai confini del ridicolo, quando membri del Governo (vero o presunto, per ora disgraziatamente non ne abbiamo un altro) si preoccupano di dire che le autorità faranno, né più né meno, il loro dovere? Per inciso, la prima meravigliosa dimostrazione di “presenza forte” dello Stato l’hanno data due procuratori della repubblica, ansiosi di accaparrarsi entrambi la notorietà che deriverà da questa inchiesta. Transeat.
La fiducia nella giustizia è talmente bassa, che non saranno certo questi episodi da ringhiera a peggiorarla. Ma il vero problema è un altro. Le indagini andranno avanti, e tutti possiamo solo sperare che il delinquente che ha piazzato l’ordigno finisca i suoi giorni in galera. Speriamo solo di avere poche conferenze-stampa ed esibizioni di magistrati, e tanto lavoro investigativo. Il vero problema è che nulla ci garantisce che queste atrocità non si ripetano.
L’attentato di Brindisi non è certo opera di organizzazioni criminali, o di bande terroristiche (criminali anche loro). Queste congreghe di delinquenti dispongono di armi ed esplosivi, non hanno certo bisogno di confezionare uno strano ordigno artigianale con bombole di gas. È più che probabile che questo attentato sia opera di un singolo criminale, di un personaggio che probabilmente in Paesi, come gli Stati Uniti, dove armarsi è estremamente facile, si sarebbe messo a sparar raffiche sugli studenti, e che in Italia, dove il commercio delle armi è sottoposto a rigorosi controlli in regime autorizzativo, si è “ingegnato” a costruire una bomba casalinga, ma non per questo meno micidiale. Un uomo che forse è come tutti gli altri, ma a cui un certo giorno qualcosa si rompe dentro, e va ad uccidere. Ma è perfettamente inutile, per tranquillizzarsi definirlo “pazzo”.
Proprio oggi, singolare coincidenza, una nuova perizia psichiatrica dice che Anders Behring Breivik, che a Oslo uccise 77 persone, è sano di mente.  A Firenze nel mese di dicembre (ricordate?), Gianluca Casseri uccise due senegalesi, ne ferì altri tre, poi si tolse la vita. “Era un matto” si disse; molto tranquillizzante. Il nostro Pucci Cipriani scriveva (e ben argomentava): “Non era un folle, ha scelto il male consapevolmente”.
È passata quasi sotto silenzio la tragedia di Brescia, “schiacciata” nelle cronache tra l’attentato di Brindisi e il terremoto che ha colpito l’Emilia. A Brescia un uomo ha gettato dalla finestra i figli, di 14 mesi e di 4 anni, causandone la morte, e poi si è ucciso, gettandosi a sua volta nel vuoto. “Gesto di un folle”. Tutti matti, gli assassini. Noi, i sani, non faremo mai cose simili.
Ma poiché il male fa paura, per esorcizzarlo, visto che la religione è cosa da nonnette e da oscurantisti, si organizzano alcune para liturgie “laiche”: fiaccolate, treni della legalità, carovane della legalità, concorsi sulla legalità. Ragazzi, bisogna rispettare la legge! E i giovani rispondono “con fermezza” e scrivono anche dei bei temi contro la mafia. Tutto il teatrino dura fino alla prossima atrocità, alla quale seguirà immancabilmente la risposta ferma della popolazione, l’impegno dello Stato, eccetera, eccetera. Quante balle!
Non è pazzo Breivik, come non erano pazzi Gianluca Casseri o lo sciagurato padre di Brescia, come non è pazzo l’ignoto criminale che ha fatto scoppiare a Brindisi l’ordigno infernale. Tutti questi personaggi non sono pazzi: sono solo un po’ più avanti degli altri su una strada di follia così generalizzata da essere ormai la norma.
È una pazzia istituzionalizzata, che ha radici lontane, che affondano nel crimine di Enrico VIII che fa decapitare San Tommaso Moro; nelle farneticazioni di Martin Lutero, che si erge a giudice dei rapporti tra uomo e Dio; nelle follie dell’illuminismo e della rivoluzione francese, che costruiscono l’uomo nuovo, liberato dai vincoli della religione previo bagno di sangue; nella disumanità del nazismo e del comunismo, che costruiscono l’uomo nuovo uccidendo decime di milioni di uomini; nella statolatria, figlia del relativismo, che riduce la democrazia a una dittatura folle, come già ammonì il grande Pio XII, condannando “quella corruzione che attribuisce alla legislazione dello stato un potere senza freni né limiti e che fa del regime democratico, nonostante le contrarie ma vane apparenze, un puro e semplice sistema di assolutismo” (dal radiomessaggio del Natale 1944). La fine più ovvia del relativismo è il nichilismo: la morte.
L’uomo che ha voluto abbandonare Dio, che ha voluto costruire delle istituzioni attribuendo ad esse un potere soprannaturale e indiscutibile, che ha voluto gettar via la legge naturale che Dio ha inciso nel cuore di tutti, quell’uomo è ora quasi al termine della sua strada. La Società che ha costruito genera sempre più mostri. Mostri, sì, ma coerenti con la logica illogica di una società pazza alla radice.
Se l’uomo non ritroverà Dio, se le istituzioni dello Stato non torneranno ad essere le regolatrici della vita quotidiana nel rispetto assoluto della legge naturale, i fatti orribili di Brescia, di Brindisi, di Oslo, di tante altre parti del mondo dove abbiamo visto stragi apparentemente assurde, si ripeteranno. La morte diviene l’ultimo idolo, dopo che tutti gli altri si sono via via consumati.
Con quale spudorata ipocrisia si può parlare di “legalità”, quando le leggi naturali che preesistono allo Stato vengono stracciate, e al loro posto si mettono leggi omicide e sciagurate? Vogliamo renderci conto che si è distrutta la moralità di intere generazioni, legiferando in modo iniquo, e ora si paga la inevitabile coincidenza di “legale” e “giusto” che viene inevitabilmente fatta nella comune mentalità? Uno Stato che ha dichiarato legittimo uccidere, fin qui, oltre cinque milioni dei suoi figli ora viene a scandalizzarsi? Non è forse lo stesso Stato che con tutta probabilità legittimerà quanto prima anche l’eutanasia?
E allora, chi è più colpevole: l’ignoto omicida di Brindisi o il medico che fa il commesso viaggiatore della morte, andando di ospedale in ospedale a praticare aborti? Se al medico è lecito uccidere, perchè il criminale dovrebbe avere ripensamenti? E non è che un esempio. Aborto eutanasia, distruzione della famiglia, esaltazione delle perversioni: tutte corsie preferenziali per la morte, con il timbro “legale”.
È perfettamente inutile e un tantino grottesco fare le lacrime da coccodrillo. Lo Stato “laico” sta raccogliendo i frutti di quanto ha seminato. Invece di tante cerimonie pagane di esorcizzazione collettiva, con cortei, fiaccole, treni, pullman, e solita mercanzia, con inevitabile contorno di frasi retoriche, dobbiamo tornare a usare la ragione, a riconoscere la nostra condizione di creature, a riconoscere la legge che il Creatore ci ha dato. Altrimenti, ne riparleremo alla prossima inevitabile e assolutamente logica strage.

L'elenco degli eventi sismici di questa notte 30 maggio 2012


La lista degli ultimi terremoti registrati dalla rete sismica INGV e gestita dalCentro Nazionale Terremoti (CNTINGV Roma).

Da cristiano dico: nessuno osi toccare il Papa

(di Magdi Cristiano Allam su Il Giornale del 28-05-2012)

 Aiuto, c’è un terremoto che sta scuotendo dalle fondamenta la Chiesa e che interpella la coscienza di tutti i cristiani cattolici! L’autorità del Papa viene messa in discussione, la credibilità della Curia romana è compromessa, la Chiesa perde sempre più carisma in seno alla società sempre più scristianizzata, lo Stato del Vaticano si consolida come un’entità materialistica e relativista come se fosse un qualsiasi altro Stato del mondo. E noi discepoli di Gesù, popolo della Chiesa, assistiamo disorientati, talvolta sfiduciati, all’immagine inverosimile e schizofrenica che ci mostra, da un lato, il Vicario di Cristo costretto a difendersi su questioni terrene che esulano dal Magistero universale e, dall’altro, il Vaticano al centro di scandali e complotti semplicemente inconcepibili per un’istituzione fondata sulla trascendenza della dimensione spirituale dell’umanità e inconciliabili per chi ha scelto di dedicare la propria vita alla testimonianza della fede cristiana. Come cattolico credo nel Papa quale vicario di Gesù depositario del dogma dell’infallibilità pontificia nel suo Magistero universale di salvezza dell’umanità. Come cristiano credo nella Chiesa la cui missione è di diffondere la verità in Cristo attraverso la testimonianza che coniuga la verità predicata, i valori coltivati e le opere buone realizzate. Come Magdi Cristiano ho un’immensa ammirazione nei confronti di Benedetto XVI che, dopo essere stato il faro che più di altri mi ha illuminato dentro quale autentico testimone di fede e ragione, mi ha donato il giorno più bello della mia vita ricevendo dalle sue mani il battesimo, la cresima e l’eucaristia. Ebbene confesso che oggi provo sconcerto quando vedo il mio Papa, il cui fisico, la cui indole e la cui storia ispirano esclusivamente spiritualità, trascendenza e amore sublime, costretto a infrangere e a scalfire il suo alto Magistero universale per difendersi o giustificarsi su questioni di cui non dovrebbe mai occuparsi neppur lontanamente, che concernono trame oscure per screditarlo e nuocere alla Chiesa, i cui protagonisti fanno parte della ristretta cerchia di collaboratori laici e religiosi, che chiamano in causa malversazioni finanziarie, complotti per egemonizzare il potere al vertice del Vaticano, scandali di abusi sessuali orditi da sacerdoti votati alla castità, misteri su morti sospette imputate a pastori della Chiesa. Quando tocco con mano che tutt’attorno è degradato, che l’insieme delle istituzioni dalla famiglia alla scuola, dalla società allo Stato, dai mezzi di comunicazione di massa alla politica, dal sistema finanziario all’economia reale hanno cessato di essere dei punti di riferimento che corrispondono a delle certezze positive e costruttive, dico: No! Non toccate il Papa! Lasciateci questo residuo faro che ci illumina dentro, capace con la modestia dei saggi e la semplicità dei maestri di accompagnarci umanamente per mano, facendo leva sulla ragione che ci accomuna, fino ad abbracciare quei valori non negoziabili che sostanziano l’essenza della nostra umanità e che corrispondono alle fondamenta del messaggio del Dio che si è fatto Uomo. Quando il primo di questi valori non negoziabili, la sacralità della vita dal concepimento alla morte naturale, viene violato nel cuore della nostra Europa che si vergogna delle proprie radici giudaico-cristiane, ai più alti livelli e trasversalmente, così come è accaduto lo scorso 24 maggio da parte del Parlamento Europeo, la mia difesa del Papa si accresce sempre più. Mi domando, esterrefatto, come sia stato possibile che in un’Europa destinata a scomparire demograficamente perch´ ha il più basso tasso di natalità al mondo, che dovrebbe pertanto valorizzare la centralità della famiglia naturale nella ricostruzione sociale, sostenendo concretamente la maternità e l’emancipazione dei giovani per incentivare la natalità, sia stata invece approvata a larga maggioranza (430 favorevoli, 105 contrari, 59 astenuti) una risoluzione che partendo dalla «lotta contro l’omofobia» approda alla legittimazione del matrimonio omosessuale? Come è possibile che quest’Europa, che si fonda con un’identità cristiana, sia arrivata a idolatrare la moneta e a negare la nozione stessa di verità, al punto da concepire che l’apice della civiltà corrisponda all’aborto, all’eugenetica, all’eutanasia e al matrimonio omosessuale? Come è possibile che ben 115 deputati del Ppe (Partito Popolare Europeo), che dovrebbe essere la cornice unitaria di formazioni cristiane, abbiano votato a favore della risoluzione (i contrari sono stati 67 e gli astenuti 37)? Di fronte all’imperversare della dittatura finanziaria e al dilagare della dittatura del relativismo, io sto con il Papa e prego il Signore di concedere lunga vita a Benedetto XVI, salvaguardandolo da tutti coloro che non gli vogliono bene fuori e dentro la Chiesa! Io difendo il Papa perchè la sua testimonianza di fede e ragione ci salveranno dal baratro in cui siamo sprofondati riscattando in noi la certezza della verità e il sano amor proprio, senza cui cesseremmo di essere noi stessi a casa nostra. Viva il Papa!

martedì 29 maggio 2012

TERREMOTO EMILIA-ROMAGNA/ Amato (Ingv): rischio di nuove scosse, in passato campanelli d'allarme

INT. Alessandro Amato martedì 29 maggio 2012 © Riproduzione Riservata. Da Il Sussidiario.net http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/Terremoto/2012/5/29/TERREMOTO-EMILIA-ROMAGNA-Amato-Ingv-rischio-di-nuove-scosse-in-passato-campanelli-d-allarme/285315/ IlSussidiario.net ha contattato Alessandro Amato, sismologo e dirigente di ricerca dell’Ingv, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia: «Il terremoto del 20 maggio era stato di magnitudo 5.9 quindi la possibilità di avere non solo delle repliche, che ci sono sempre, ma anche eventualmente altre scosse forti era molto alta. In questo caso l’epicentro è spostato più verso Mirandola, dove ci sono vari archi sepolti come quello di Modena e di Ferrara che, anche se spostati più a occidente, sono strutture comunque contigue e adiacenti che si muovono allo stesso modo». Amato conferma comunque il fatto che «anche questo terremoto ha avuto la stessa dinamica di quello del 20 maggio, con una spinta nord-sud dell’Appennino sopra la Pianura padana». In particolare, ci spiega l’esperto, durante un terremoto avviene sempre la rottura di una faglia: «Si muovono due parti di una faglia che nei secoli precedenti viene caricata di energia. A un certo punto questa si rompe e irradia le onde sismiche che sono quelle che sentiamo e che creano i danni. Quello che riguarda l’Appennino sotto la Pianura padana è lo stesso processo che è iniziato appunto il 20 maggio e, nonostante fosse già noto, non aveva generato terremoti importanti negli ultimi secoli». Amato spiega poi che «quelle colpite sono normalmente zone a bassa ricorrenza e, nonostante non si verificassero da molto tempo grandi terremoti, qualche evento si è comunque verificato come nel 1996 a Reggio Emilia, nel 2000 a Forlì e anche nel 2004 e 2007 sempre nella stessa zona. La magnitudo non è mai arrivata a questi livelli». Per quanto riguarda le prossime ore, invece, Alessandro Amato spiega che «in questi minuti stiamo registrando molte repliche, anche abbastanza forti tutte nel settore del Modenese, in una zona appunto spostata leggermente verso ovest. Non possiamo fare previsioni ma sicuramente ci saranno molte repliche, probabilmente anche forti». © Riproduzione Riservata. Da Il Sussidiario.net http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/Terremoto/2012/5/29/TERREMOTO-EMILIA-ROMAGNA-Amato-Ingv-rischio-di-nuove-scosse-in-passato-campanelli-d-allarme/285315/

Inps, 7,2 mln pensionati (52%) sotto 1000 euro Se si guarda ad assegni 77% inferiore a mille euro

29 maggio, 11:07 Da Ansa Il ministro del lavoro Elsa Fornero, circondata da giornalisti Oltre 7,2 milioni di pensionati Inps, pari al 52,1% del totale ha un reddito pensionistico complessivo inferiore a 1.000 euro al mese. Lo si legge nella Relazione annuale Inps sul 2011 secondo la quale il reddito pensionistico medio è di 1.131 euro. Se si guarda al complesso delle pensioni in essere sono sotto 1.000 euro il 77% degli assegni. L'Inps sottolinea come solo il 2,9% dei pensionati 403.000 persone possa contare su piu' di 3.000 euro al mese mentre il 76,2% (oltre tre quarti del totale) deve fare i conti con meno di 1.500 euro. Hanno meno di 500 euro di reddito pensionistico al mese 2,39 milioni di pensionati, il 17,2% del totale. Il reddito pensionistico medio (1.131 euro) dei pensionati e' superiore alla pensione media (770 euro) perche' i pensionati possono essere titolari di piu' trattamenti. Al 31 dicembre 2011, sottolinea l'Inps, i pensionati dell'Istituto erano 13.941.802 (16,6 milioni se si considerano anche i pensionati Inpdap e Enpals), 59% dei quali donne. Le donne percepiscono il 44% del totale degli importi pensionistici mentre gli uomini che rappresentano il 41% del totale dei pensionati possono contare sul 56% dei redditi da pensione. Il reddito pensionistico medio e' di 1.131 euro in aumento del 4,33% rispetto ai 1.084 euro del 2010 (ma il dato risente delle nuove pensioni con importo piu' alto rispetto a quelle estinte). L'importo medio delle pensioni (sia previdenziali che assistenziali) e' pari a 770 euro. Le pensioni previdenziali (ovvero quelle che traggono origine da contribuzione) hanno un importo medio di 859 euro mentre quelle assistenziali valgono in media 399 euro. Il valore medio delle pensioni percepite dalle donne (569 euro) e' notevolmente inferiore a quello dell'assegno medio degli uomini (1.047 euro). Cio' e' dovuto alla maggiore presenza femminile fra i titolari di prestazioni assistenziali (di importo piu' basso) sia ai valori medi delle pensioni previdenziali, piu' basse per le donne (che sono titolari soprattutto delle pensioni di vecchiaia mentre gli uomini sono largamente prevalenti tra i titolari delle pensioni di anzianita' che hanno importi medi piu' alti. Se si guarda agli importi delle pensioni (18,3 milioni di assegni compresi 2,7 milioni di invalidita' civile) quasi la meta' (9 milioni di trattamenti pari al 49,1%) e' inferiore ai 500 euro mentre un altro 27,9% e' tra i 500 e i 1.000 euro (il 77% del totale quindi e' sotto i 1.000 euro). Solo 265.143 assegni sono superiori a 3.000 euro e tra questi solo 20.092 erogati a donne. Il 59,7% delle pensioni erogate a donne e' sotto i 500 euro.

Spread in rialzo

Asta bot 6 mesi, tasso sale Spread torna sopra quota 430 Sui mercati asiatici si attenuano i timori sull'economia cinese, dopo le misure di stimolo decise da Pechino 29 maggio, 11:44

LAVORANO 50 MINUTI, GUADAGNANO 250MILA EURO. INDOVINATE CHI SONO?

by MARIO GIORDANO on MAGGIO 27, 2012 Da Saguisughe A Palermo c’è una fantomatica “commissione per la qualità della legislazione” che da gennaio a oggi si è riunita 2 volte (il 22 febbraio tra le 12.10 e le 12.30 e il 13 marzo tra le 15.30 e le 16). In totale 50 minuti di “lavoro” (si fa per dire). I nove deputati che fanno parte di questa commissione ci sono costati, da gennaio a oggi, 250mila euro solo di indennità. In pratica 5 mila euro per ogni minuto di presenza. Non male no? Inutile aggiungere che la qualità della legislazione siciliana non ne abbia tratto grande giovamento…

Terremoto, esperto Cnr: “non ci aspettavamo un’altra scossa così forte”. Molte statue di Venezia sono pericolanti

Da Meteoweb.eu - martedì 29 maggio 2012, 11:30 di Peppe Caridi L’ultima scossa e’ avvenuta più o meno nella stessa posizione della precedente. Francamente non era nelle previsioni una scossa cosi’ forte”. Lo ha dichiarato il sismologo del Cnr, Alberto Marcellini ai microfoni di Skytg24 commentando la forte scossa di magnitudo 5.8 in provincia di Modena. ”La madre di tutti gli ultimi eventi – ha spiegato – e’ lo scontro di due grosse zone di terra la placca euro-asiatica e quella africana che sono sempre in movimento, si scontrano e successivamente cedono come e’ avvenuto nell’ultima scossa”. Secondo il sismologo, ”ci si aspettava un magnitudo massimo di 6.1” e anche se di entita’ inferiore, conclude Marcellini ”bisogna attendersi nuove scosse. Questo e’ un terremoto che da origine a molte scosse. E’ abbastanza normale in molte parti del centro Italia”. Intnto ci sono danni molto gravi non solo in Emilia Romagna, ma anche in Veneto e Lombardia. In tutto il basso mantovano sono segnalati crolli, come ha siegato il prefetto di Mantova Mario Rosario Ruffo. La situazione piu’ critica e’ nei Comuni gia’ colpiti dalla prima scossa del 20 maggio scorso, e cioe’ a Moglia, San Giacomo delle Segnate, Gonzaga, Quistello e Quingentole. Qui si sono verificati alcuni crolli. I vigili del fuoco di Mantova sono all’opera con otto squadre e si attendono rinforzi dalla province di Como e Pavia. Al momento non vengono segnalati feriti. In citta’ a Mantova sono segnalati danni ad alcune chiese. Nella Latteria sociale di Porto Mantovano sono crollate le scalere, le scaffalature, con 80 mila forme di Grana Padano, gli operai fortunatamente sono riusciti a mettersi in salvo. Sarebbero piu’ di una le statue pericolanti nella zona dei Giardini Papadopoli, a Venezia, vicino a Piazzale Roma. I vigili del fuoco ne hanno ricevuto segnalazione dai cittadini e sono in corso le verifiche dopo che una statua e’ caduta a terra sfiorando da vicino una passante. La centrale di Venezia-Mestre dei pompieri ha ricevuto numerose telefonate per danni a immobili, a cominciare dalle scuole: quasi tutti gli edifici scolastici, affermano, hanno chiamato per segnalare crepe dopo la scossa di stamani.

Terremoto Emilia Romagna, parlano gli esperti dell’Ingv che spiegano tutti i dettagli dello sciame sismico in atto

Da Meteoweb.eu Un grande motore comune ha scatenato il terremoto di magnitudo 5,9 avvenuto oggi nel ferrarese e quelli del gennaio scorso nel reggiano e nella zona di Parma, avvenuti a distanza di pochi giorni e rispettivamente di magnitudo 4,9 e 5,4. Tuttavia ci sono state anche differenze fondamentali. Il grande motore comune e’ stato il movimento della placca Adriatica che, spingendo verso Sud si piega sotto l’Appennino. ”Possiamo dire che i terremoti di gennaio e quelli di oggi hanno avuto origine dallo stesso motore, ma sono avvenuti in modi diversi”, spiega il sismologo Alessandro Amato, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). La prima grande differenza e’ nella profondita’: mentre i terremoti di gennaio sono avvenuti a grande profondita’ (30 e 60 chilometri), il sisma di oggi e’ stato molto superficiale, appena 6,3 chilometri. Questo significa che gli effetti si sono fatti sentire su un’area notevolmente piu’ estesa, come testimoniano le tantissime segnalazioni arrivate al sito dell’Ingv ”Hai sentito il terremoto?”. Una seconda differenza e’ nel fatto che, oltre al grande motore della placca adriatica, nel terremoto del ferrarese e’ entrato in gioco un altro motore, piu’ piccolo ma decisamente attivo: il movimento dell’estremita’ settentrionale dell’Appennino che si spinge sotto la Pianura Padana. In questo modo genera un movimento di compressione, che si somma a quello piu’ generale dell’Appennino che tende ad avvicinarsi alle Alpi. La zona del ferrarese e’ considerata dai sismoloogi una delle quattro aree sismologicamente piu’ attive nella Pianura Padana, accanto a quella che si trova a margine dell’Appenino, nel parmense, la zona a ridosso delle Alpi tra Friuli Venezia Giulia e Veneto e, in Lombardia, l’area del cremonese. Il terremoto di questa notte avrebbe potuto provocare una strage se fosse avvenuto sotto una citta’. L’altro elemento cruciale, infatti, e’ la qualita’ dell’edilizia: tanto piu’ questa e’ degradata, tanto piu’ drammatiche sono le conseguenze di un terremoto. Per questo oggi il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Stefano Gresta, ha giudicato ”poco accettabile” che il terremoto avvenuto oggi nella Pianura Padana abbia provocato il crollo di edifici costruiti di recente, fra i quali alcuni capannoni industriali. ”Bisogna distinguere – ha osservato – tra quello successo a monumenti ed edifici di interesse storico che, per la loro vetusta’, puo’ essere anche naturale che in conseguenza di un terremoto di magnitudo 6 possano subire danni. Quello che e’ poco accettabile in una societa’ moderna e’ che edifici, come capannoni industriali, debbano crollare per una scossa di terremoto che e’ di una certa magnitudo, che ha rilasciato una certa quantita’ di energia, ma che non e’ certamente eccezionale”. Il quadro puo’ peggiorare ulteriormente quando ad un’edilizia degradata si aggiunge il fatto che l’epicentro di un terremoto violento si trova esattamente sotto una citta’. Per rendersene conto basta pensare al terremoto de L’Aquila del 6 aprile 2009, quando un sisma di magnitudo 6,3 ha rilasciato un’enorme quantita’ di energia sotto una citta’. ”Un’energia piu’ che doppia rispetto a quella rilasciata dal terremoto nel ferrarese”, spiega il sismologo Gianluca Valensise, dell’Ingv. “Tutti i terremoti piu’ devastanti avvenuti in Italia hanno avuto l’epicentro esattamente sotto le citta’, come quello che nel 1908 ha devastato Messina e Reggio Calabria, uccidendo 100.000 persone. Il terremoto avvenuto oggi nella Pianura Padana occupa comunque il secondo posto tra i piu’ violenti registrati in Italia negli ultimi decenni, dopo quello de L’Aquila. Precede quello del gennaio scorso nel parmense, di magnitudo 5,4. I danni sono stati ingenti, ma un terremoto con un’energia simile avrebbe potuto provocarne di piu’ ingenti”, ha osservato Valensise. ”La prima risposta e’ nel fatto che e’ stata colpita una zona poco abitata, nella quale non si trovano grandi cerni urbani. Le conseguenze – osserva – sarebbero state molto diverse se fosse avvenuto piu’ vicino a Ferrara”. Nascosta sotto i sedimenti del Po esiste una parte di Appennino piu’ che mai attiva, al punto che nell’arco di 500 anni ha provocato due terremoti violenti: quello di magnitudo 5,9 avvenuto oggi e quello, molto probabilmente altrettanto violento, del 1570, che sulla base delle testimonianze storiche e’ stato classificato come un sisma dell’ottavo grado della scala Mercalli. Le sue tracce sono rimaste nei muri deformati di alcuni edifici del centro storico di Ferrara. A provocare entrambi i terremoti e’ stata l’estremita’ settentrionale dell’Appennino, ”sepolta” sotto la Pianura Padana. I suoi movimenti saranno seguiti molto da vicino dagli strumenti che l’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) ha installato in seguito alla scossa piu’ violenta, avvenuta alle 4,03, ha detto il presidente dell’ente, Stefano Gresta. ”Non e’ raro che due terremoti di questa intensita’ avvengano a distanza di 500 anni”, ha osservato il sismologo Alessandro Amato. Un altro terremoto importante nel cuore della zona colpita oggi dal terremoto, vicino Finale Emilia, e’ avvenuto nel 1639. ”A generarli e’ il movimento dell’Appennino, che migra verso Nord-est”, ha spiegato ancora Amato. ”E’ come se, spingendo il bordo di un tappeto, si creassero delle piccole onde”. Se questo movimento generale interessa il tratto di Appennino compreso tra Firenze e Bologna, nella piccola area del ferrarese si aggiunge un sollevamento ulteriore, anche se su una scala di una decina di metri, decisamente inferiore a quella del resto dell’Appennino. ”E‘ una piccola catena montuosa che si estende sotto la Pianura Padana”, ha osservato il sismologo Gianluca Valensise. Il risultato e’ quello che i sismologi chiamano ”arco di Ferrara” e che nelle ultime ore e’ stato letteralmente ”disegnato” dalla distribuzione delle repliche che si sono succedute dopo la scossa di magnitudo 5,9. ”Le repliche sono state oltre un centinaio, distribuite lungo un arco di una quarantina di chilometri”, ha detto la sismologa Concetta Nostro. Un’area cosi’ estesa che secondo gli esperti dell’Ingv potrebbe indicare l’attivita’ di piu’ faglie. In alcuni casi le repliche sono state molto forti, come quella di magnitudo 5,1. ”Nelle prossime ore ci aspettiamo una riduzione dell’intensità, ma non si può escludere che possano avvenire altri terremoti importanti, come quello di questa notte”, ha detto il sismologo Warner Marzocchi. La speranza e’ che non si ripeta quanto accadde nel 1570, quando la sequenza sismica duro’ ben quattro anni.

Forte terremoto in Emilia Romagna: almeno 6 morti, è un’altra tragedia. Scossa su una nuova faglia: i dettagli

martedì 29 maggio 2012, 11:18 di Peppe Caridi E’ un altro giorno di paura in Emilia Romagna e su gran parte de nord Italia; è un altro giorno di tragedia nel modenese dove molti paesi sono stati devastati da una nuova forte scossa di terremoto, che ha provocato anche delle vittime. Ancora il numero dei morti non è chiaro, ma dagli ultimi aggiornamenti ufficiali sono sei le vittime accertate. C’è apprensione, però, per altre persone che risultano disperse e per i tanti capannoni crollati. Sono morti che vanno aggiunti ai 7 del primo terremoto, quello della notte di domenica 20 maggio, che era stato di magnitudo 5.9 Richter. Inoltre sono segnalati dei feriti gravi. Continueremo ad aggiornarvi nel corso della mattinata. Quello di stamattina, delle ore 09:00, è stato di magnitudo 5.8 Richter, quindi di intensità molto simile. E’ stato avvertito in tutto il nord Italia e persino in Austria. In Emilia Romagna la scossa ha provocato danni gravissimi, con molti crolli di diverse strutture. Ovviamente il problema, su questo argomento, è sempre lo stesso: le costruzioni non antisismiche. In Giappone un terremoto di questa stessa intensità non provocherebbe alcun tipo di danno… Dal punto di vista geologico, il terremoto di stamattina si è verificato più a est rispetto alla zona epicentrale di Finale Emilia e Sant’Agostino, nel ferrarese, e ha invece avuto epicentro nel modenese: gli esperti pensano che probabilmente sono attive più faglie e che il terremoto di stamattina non è una replica di quello di domenica scorsa, ma un vero e proprio nuovo terremoto che adesso avrà il suo sciame sismico, mentre continuerà anche quello del ferrarese. Situazioni come queste possono verificarsi quando vengono attivate strutture molto complesse. Per esempio, in passato è avvenuto con il terremoto di Colfiorito del 1997, quando alla prima scossa sono seguite a distanza di giorni nuove scosse importanti. “La struttura responsabile del terremoto di oggi nel modenese – ha aggiunto il sismologo dell’Ingv Alessandro Amato – e’ la struttura complessa del tratto settentrionale dell’Appennino, nel quale la catena montuosa prosegue sotto la Pianura Padana. La struttura è la stessa legata al sisma del 20 maggio, ma probabilmente avvenuta su una faglia adiacente. Non si tratta quindi una replica in senso stretto“. Tuttavia il meccanismo di questo nuovo terremoto sarà chiarito nelle prossime ore, sulla base dei dati rilevati dai sismografi. Intanto la terra continua a tremare e dopo la scossa più forte, di magnitudo 5.8 Richter ci sono state ben cinque scosse di magnitudo superiore a 4.0 Richter: l’ultima è stata alle 10:40, di magnitudo 4.2 Richter, ma poco prima, alle 10:27, ce n’era stata una ancora più forte, di magnitudo 4.7 Richter, preceduta da una di magnitudo 4.5 Richter alle 10:25. In tutto, nelle ultime due ore, ci sono state ben 26 scosse di magnitudo superiore a 3.0 Richter. L’ultima, di magnitudo 3.5 Richter, s’è verificata pochi minuti fa, alle 11:01.

Terremoto Palermo su faglia sconosciuta, Amato (Ingv): “non sono da escludere scosse più forti, non mi sento di tranquillizzare”

venerdì 13 aprile 2012, 12:38 di Peppe Caridi Da Meteoweb.eu Il terremoto di magnitudo 4,3 richter che stamattina (13 aprile n.d.r.) ha fatto tremare la Sicilia occidentale e ha scatenato il panico a Palermo, s’è verificato in una zona poco conosciuta dagli studiosi, fuori dalle faglie note. Ce l’ha spiegasto Alessandro Amato, sismologo dell’Ingv, contattato dalla nostra redazione per provare a fare chiarezza su quanto accaduto stamani e, se possibile, tranquillizzare la popolazione ancora allarmata dalla scossa delle 08:51, a cui ne sono seguite altre minori di assestamento. Ma di chiaro c’è poco e “non possiamo tranquillizzare“, ci ha spiegato Amato, dicendo che “non sono da escludere altre scosse anche più forti, non possiamo saperlo“. Il sismologo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ci ha spiegato che il terremoto di stamattina “si è verificato ad appena 10km dalla costa, molto vicino a Palermo e provincia, tanto che è stato avvertito anche nel trapanese. Si è verificato a circa 20km di distanza dal sistema di faglie che conosciamo da decenni“. Il sistema di faglie più conosciuto, e nel quale i terremoti sono abbastanza frequenti, si concentra nella zona compresa fra 20 e 40 chilometri dalla costa ed è attivato dal movimento di compressione generato dalla placca africana, che spinge verso Nord, scontrandosi con la piccola placca tirrenica. Ma nel terremoto avvenuto oggi a 10 chilometri dalla costa è entrato in gioco un meccanismo diverso. “E’ stato attivato da un movimento di tipo distensivo“, ha detto Amato. Un movimento cioè simile a quello che avviene nell’Appennino e all’origine dei terremoti che colpiscono quella zona, da quello dell’Irpinia all’Umbria fino a L’Aquila. Lungo le coste della Sicilia, ha proseguito il sismologo, “è avvenuto un processo di deformazione interno, in una zona poco nota, nella quale la sismicità non è frequente e difficile da studiare“. Mancano infatti anche documenti storici che permettano di ricostruire una statistica: “molti terremoti avvenuti fra ’700 e ’800 nelle zone di Palermo, Cefalù e dei monti Nebrodi – ha osservato Amato – sono stati infatti localizzati sulla costa sulla base delle descrizioni storiche, ma molti di essi potrebbero essere avvenuti in mare“. Ma come mai questa zona è poco conosciuta? Amato ci ha detto che “non conosciamo bene le faglie attive di quest’area perchè è un’area dalla sismicità nuova, molto recente, e anche perchè si trova in mare, quindi è ovviamente più difficile da studiare con le tecniche che si usano normalmente e con le reti di monitoraggio presenti sulla terraferma“. Il terremoto di oggi è infatti localizzato in un’area diversa da quello del 25 febbraio, appena un mese e mezzo fa, più vicino a Ustica e alle Eolie, in quella fascia di cui parla Amato, molto più nota e conosciuta, dove si era verificato anche il forte sisma della notte del 6 settembre 2002, di magnitudo 5,9 richter (due persone morirono d’infarto per lo spavento). “Cercheremo di approfondire gli studi e le conoscenze su quest’area nuova che ancora conosciamo poco“, ha detto ancora Amato spiegando che “ultimamente è una zona molto attiva. In tutta la fascia del basso Tirreno negli ultimi 10-15 anni ci sono stati molti terremoti, che denotano l’avvicinamento del blocco Siciliano che spinge verso nord, verso il mar Tirreno. Quello del terremoto di stamattina, però, sembra un evento con un meccanismo diverso“. Amato ci ha anche spiegato che non c’è nessun collegamento tra le scosse di stamattina a Palermo e le eruzioni dell’Etna e dello Stromboli delle scorse ore, o alle scosse sismiche di ieri nello Stretto di Messina, così come non c’entrano i forti terremoti che hanno colpito avant’ieri l’Indonesia e ieri il Messico, a grande distanza: “sono fenomeni che ci sono sempre stati, è solo una coincidenza se si verificano in concomitanza, ma nell’arco di un anno o di una serie di anni ci sono sempre scosse del genere o eruzioni del genere, in Italia e nel mondo”. Infine, il sismologo dell’Ingv ha voluto lanciare un elemento importantissimo di riflessione: “il problema delle scosse di terremoto è tutto legato alla resistenza degli edifici. A Palermo come in tutt’Italia, quando le scosse si verificano in zone molto popolate, la gente si spaventa perchè teme che la propria abitazione possa crollare. Purtroppo non sempre le costruzioni sono a norma antisismica e il vero problema è questo, perchè se fossero costruite bene non ci sarebbe motivo di avere paura. Secondo me questi terremoti ‘piccoli’ sono un campanello d’allarme, e se ci sono pochi danni o nessun danno non bisogna solo felicitarsi ma bisogna riflettere, e deve farlo soprattutto chi gestisce il territoio, come gli amministratori locali“. Parole sante che ci sentiamo di condividere al 100% e che, anzi, rilanciamo affinchè siano monito serio per chi ci governa.

Terremoto Emilia Romagna: forse si è rotta una nuova faglia

martedì 29 maggio 2012, 10:15 di Peppe Caridi d Fonte:www.meteoweb.eu Potrebbe essere la rottura di una nuova faglia all’origine del terremoto di magnitudo 5,8 avvenuto questa mattina nel modenese. Il sisma e’ avvenuto sul margine occidentale dell’arco di circa 40 chilometri attivato nel sisma del 20 maggio scorso. Allora le scosse piu’ forti erano avvenute nella zona orientale. ”Si temeva che con una struttura cosi’ complessa, potesse esserci spazio per altri terremoti di grande entita”’, ha detto il sismologo dell’ Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Alessandro Amato

Allarme nello Stretto, sta eruttando un vulcano sottomarino! Rischio tsunami, e sta nascendo una nuova isola!

Fonte www.Meteoweb.eu 01/04/2012 Nello Stretto di Messina è una giornata di sole, ma tutte le attenzioni sono rivolte verso il basso, nei fondali del mare, dove incredibilmente un vulcano sottomarino di cui si ignorava l’esistenza ha iniziato a eruttare nella notte, dopo uno sciame sismico caratterizzato da una ventina di scosse di lieve entità, comprese tra la magnitudo 1,5 e 2,5 richter, culminate con una scossa più forte di magnitudo 3,4 richter alle 06:11 proprio nel cuore dello Stretto. Tutte le scosse si sono verificate a una profondità molto superficiale, con un ipocentro tra i 2 e i 4km. Nella notte ha anche eruttato l’Etna (qui tutte le foto) e ci sono state due scosse sismiche sui Nebrodi e una a Stromboli. Un vulcano che lascia sconcertati gli esperti di tutto il mondo ha iniziato a eruttare proiettando rocce, pietre e cenere fin sulla superficie marina, tanto che ci si attende per le prossime ore l’emersione di una nuova isola. L’eruzione sta dando grande spettacolo e migliaia di curiosi si sono radunati sui litorali messinesi e reggini, muniti di videocamere e fotocamere digitali, tanto che i social network sono invasi dagli scatti di questo nuovo vulcano. Era nota l’esistenza di alcuni vulcani sottomarini nel basso Tirreno, dal Marsili al Vavilov fino a un terzo, scoperto pochi anni fa dagli esperti appena a largo di Tropea e Capo Vaticano. Ma nessuno aveva mai scoperto l’esistenza di un altro vulcano nel sottile tratto di mare che separa la Sicilia dal continente. Una spedizione di studiosi dell’Ingv e della Protezione Civile sta rapidamente accorredo sul posto, mentre è alto il rischio di tsunami perchè se il vulcano in eruzione dovesse esplodere o lasciar partire un’eruzione sottomarina ancor più violenta, potrebbero crearsi delle onde anomale. Il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, si sta dirigendo a Messina ma da Roma ha già invitato tutti a “evitare il panico“. I casi più recenti di eruzioni sottomarine sono quella di un vulcano diventato isola nel mar Rosso (qui le eccezionali immagini risalenti a fine dicembre, e quello di El Hierro, alle Canarie. Ma nella storia, anche intorno a Sicilia e Calabria si sono verificati tante altre volte dei fenomeni analoghi, basti pensare a Panarea nel 2002 o Ferdinandea nell’800. Spettacolari anche le immagini di un’eruzione sottomarina alle isole Tonga nel 2009. Ma nel caso dello Stretto è grande la preoccupazione in quanto il nuovo vulcano sta eruttando a metà strada tra due aree densamente popolate, con città come Messina e Reggio Calabria, che insieme compongono un’area di oltre mezzo milione di abitanti.

Tgcom24.it-Salgono a 5 le vittime del sisma

Una scossa di terremoto di magnitudo 5.8 è stata avvertita distintamente in tutto il Nord Italia, dalla Lombardia a Veneto all'Emilia Romagna. L'epicentro è stato registrato nel Modenese, nelle zone già colpite dal sisma della scorsa settimana, tra Mirandola e Cavezzo. La situazione più grave a San Felice sul Panaro, dove ci sarebbero vittime e feriti. 11:00 Altri due morti, cinque o sei dispersi Sono cinque le vittime accertate al momento dopo la scossa che stamane ha colpito il Nord Italia con epicentro ancora nel Modenese. Due a Mirandola, una per il crollo della sua abitazione e l'altra in quello di un capannone industriale; una a San Felice sul Panaro; una a Concordia e una a Finale Emilia. Altre cinque o sei persone risultano disperse sotto le macerie. 10:58 Sisma, ridotta velocità treni sulla tratta Milano-Bologna Sulla linea Milano-Bologna i treni delle Ferrovie dello Stato, in applicazione dei protocolli di sicurezza a causa del terremoto, hanno ridotto la velocita' di tutti i treni a non piu' di 100 chilometri all'ora. 10:54 Finale Emilia, il sindaco: "Un disastro" "Qui è un disastro. Ci sono stati nuovi crolli. Questo è un altro terremoto, non è una scossa di assestamento. Al momento pero' non ci risultano persone coinvolte". Lo ha detto il sindaco di Finale Emilia, Fernando Ferioli. "I transennamenti che avevamo fatto dei punti critici hanno funzionato, qui a Finale non pare ci sia nessuno coinvoLto. Ma dobbiamo controllare le frazioni, dobbiamo iniziare tutto da capo". 10:51 Lesioni e crolli in alcune chiese del Mantovano Nuove lesioni e crolli in alcune chiese del Mantovano sono fra i primi danni riscontrati dalla protezione civile lombarda dopo il sisma che ha fatto nuovamente tremare la terra stamattina. A San Benedetto Po e' crollato il campanile della chiesa, e' crollato in parte a San Giovanni del Dosso e anche a Poggio Rusco. A Moglia e' crollata una parte alta della chiesa e si registrano lesioni anche a quella di San Giovanni Segnate. 10:49 Rovigo, operaio colpito da un cornicione Un operaio e' stato colpito da un pezzo di cornicione mentre stava allestendo le impalcature per la messa in sicurezza della chiesa di Salara (Rovigo), gia' lesionata dalla scossa di terremoto di nove giorni fa. L'uomo e' stato trasportato all'ospedale per accertamenti, ma non sembra in pericolo di vita. 10:44 Protezione civile, convocato comitato operativo 10:43 Caduta una statua a Venezia 10:41 Sciame sismico in Emilia 10:37 Persone coinvolte nei crolli a Medolla 10:35 Tre morti nel Modenese 10:24 Altri crolli a Finale Emilia 10:22 Il sindaco di San Felice: "So che ci sono vittime" 10:20 Un morto e 4 feriti 10:18 Scosse continue 10:14 Il sindaco di San Felice: vittime Il sindaco di San Felice sul Panaro ha fatto sapere che ci sono vittime sotto le macerie delle strutture crollate. Ultimo aggiornamento 11:00

Il terremoto del 20 maggio scorso non ha sorpreso tecnici, geologi e sismologi. La causa è da ricercarsi in uno spostamento verso est di una porzione dell’Appennino che si trova sepolta sotto i sedimenti della Pianura Padana e che, avanzando, produce delle compressioni.

Da:aulascienze.scuola.zanichelli.it Non è un fenomeno inaspettato. La Pianura Padana ha già tremato in passato e la sua sismicità, per quanto relativamente bassa, è ben nota da tempo ai geologi e ai sismologi. Nel 2009 un lavoro pubblicato sulla rivista Italian Journal of Geoscience, Bollettino della società di Geologia Italiana, a cura di Gianluca Valensise, geologo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), in collaborazione con colleghi del Dipartimento della Protezione Civile e dell’Università di Pavia, analizzava proprio la struttura e l’evoluzione tettonica del fronte nord degli Appennini, quello che si affaccia appunto sulla Pianura tra Bologna e Ferrara. Gli Appennini «sepolti» in pianura Il lavoro di Valensise, riassunto e semplificato in questo contributo audio messo a disposizione dall’INGV dopo il terremoto del 20 maggio, conferma che la Pianura Padana è da considerarsi zona sismica a tutti gli effetti, pur se con un livello di pericolosità più basso rispetto a zone più critiche della nostra penisola. E spiega bene il perché. Una parte della catena appenninica, infatti, è di fatto sepolta sotto la coltre di sedimenti che costituisce la Pianura Padana. Noi vediamo dunque solo una parte dell’Appennino, quella che si è sollevata. Ma c’è una porzione che non si è mai sollevata e giace sotto il livello del mare e coincide con il cosiddetto livello di colmamento della pianura. Localizzazione del terremoto del 20 maggio 2012 posizionata sulla mappa della pericolosità sismica. (Immagne: INGV) Mille metri di sedimenti «Se togliessimo mille metri di sedimenti alla Pianura Padana» spiega Valensise, «vedremmo più Appennino di quanto ne vediamo oggi. In particolare, sarebbe visibile la dorsale ferrarese che è proprio quella che ha generato il terremoto del 20 maggio scorso danneggiando le province di Ferrara e Modena.» La pianura sarebbe dunque ancora molto ampia e piatta ma più piccola di quanto non lo sia oggi e vedremmo comparire delle dorsali alte anche 700-800 metri, nella zona del ferrarese appunto. Le dorsali del ferrarese infatti sono il fronte più avanzato dell’Appennino che nelle ultime centinaia di migliaia di anni continua a spostarsi verso Nordest. «Su questo fronte di avanzamento si creano delle compressioni» continua Valensise, «mentre sul retro ci sono delle distensioni che generano terremoti come quelli registrati anche negli anni scosi in Appennino. Dunque, terremoti compressivi di fronte alla catena, terremoti distensivi dietro la catena.» Le ricerche dei geologi hanno appurato che ci sono almeno tre linee di compressione, una davanti all’altra. «E sappiamo anche che queste tre linee di sovrascorrimento tra Appennino e pianura possono essere tutte attive.» spiega ancora Valensise «La prima linea è ai piedi dell’Appennino, lungo la via Emilia nella zona di Bologna; poi ce n’è una un po’ più avanti e la più avanzata di tutte è appunto quella sul versante ferrarese.» Mappa degli epicentri del terremoto e delle repliche dei giorni 20-21 maggio 2012: è evidente un fronte di circa 40 km in direzione ovest-est tra la bassa modenese e la periferia ovest di Ferrara. (Immagine: INGV) Precedenti simili Valensise e colleghi hanno poi provato a localizzare, lungo queste tre zone, i grandi terremoti storici di cui si ha notizia. Probabilmente, per esempio, il terremoto del 1570 che ha interessato Ferrara si è verificato sullo stesso fronte di quello del 20 maggio, cui somiglia per dimensioni. «La Pianura Padana dunque è da considerarsi zona sismica anche se c’è stata una scarsa frequenza di terremoti nel tempo», conclude Valensise, «ed è possibile anche che alcune di queste strutture di compressione non generino terremoti. Noi infatti osserviamo molte più deformazioni nella Pianura più di quante siano spiegabili con i terremoti. Probabilmente buona parte della compressione produce effetti geologici senza dare luogo a eventi sismici.» Cosa ci dice la Storia «È del tutto verosimile che il terremoto del 1570 possa essersi verificato lungo il versante ferrarese» spiega Romano Camassi, sismologo dell’INGV, esperto in terremoti storici e coordinatore del progetto di educazione alla prevenzione del rischio sismico Edurisk. «I record storici ci dicono che negli ultimi mille anni la Pianura Padana ha avuto tanti terremoti, di energie certamente non comparabili con quelli dell’Appennino centrale ma comunque significative che ci fanno dire che siamo in presenza di un fronte di sismicità attiva». I terremoti si studiano in molti modi, unendo dati geologici, monitoraggi strumentali, record storici e anche tecniche satellitari che consentono di identificare le deformazioni. Tutti questi dati e conoscenze sono utili a comprendere le caratteristiche della sismicità e a migliorare le mappe della pericolosità. «Mappe più precise sono utili per fornire a tutti, dalle amministrazioni ai cittadini, informazioni utili per indirizzare le scelte urbanistiche e costruttive», continua Camassi. «Oggi siamo in grado di dare indicazioni molto precise su qual è lo scuotimento atteso in futuro nelle varie zone, grazie a una rete molto densa di rilevamenti e a dati strumentali molto raffinati.» Terremoto di Amatrice, 8 giugno 1672. Documento storico. (Immagine: archivio Camassi, Edurisk.it) Ma le conoscenze acquisite oggi sono utili anche per fare confronti con il passato. I terremoti storici, infatti, sono utilissimi per conoscere la sismicità di una zona e per operare confronti con il presente. Ma naturalmente, in assenza di strumenti, le tecniche adottate devono essere altre. Come si studia il passato sismico? «Un terremoto storico si studia attraverso tecniche di ricerca storica quantitativa, usando tutte le informazioni disponibili e registrate nelle varie epoche per stimare gli effetti sulle singole località, che vengono quindi assimilate a delle vere e proprie stazioni sismiche.» spiega ancora Camassi, «Ed è molto utile adottare le stesse tecniche anche nel caso dei terremoti presenti, come quello che si è appena verificato tra Modena e Ferrara. Confrontando i dati sperimentali con quelli raccolti valutando i danni sulle località, come si fa per i terremoti passati, abbiamo aumentato la nostra capacità di stimare accuratamente la sismicità di una certa zona nel tempo». – [Errata corrige: l’articolo è stato in realtà pubblicato il 22 maggio 2012

Prime immagini del terremoto di stamani

FORTE TERREMOTO AL NORD,TRE LE VITTIME ACCERTATE DEL TERREMOTO

Da TGCOM24.IT Operai sotto le macerie a Mirandola Il terremoto a Bologna Nuovi crolli a San Felice Stesso epicentro, nel Modenese, magnitudo 5.8. Evacuate molte scuole da Milano a Modena. Purtroppo si parla di vittime, un operaio sarebbe morto a San Felice Torna la paura in tutto il Nord: una fortissima scossa di terremoto (magnitudo 5.8) ha colpito le zone già in ginocchio per il terremoto del 20 maggio scorso. Sisma avvertito dalla Lombardia al Veneto all'Emilia Romagna. A Milano e hinterland alcuni palazzi, sede prevalentemente di uffici, sono stati fatti evacuare per motivi di sicurezza. Linee interrotte nel Ferrarese, si temono nuovi crolli nelle zone già colpite dal sisma. A Ostiglia nel Mantovano crollata una scuola. Persone travolte nei loro capannoni a Medolla. Bilancio delle vittime dovrebbero essere elevato. Altri operai rimasti travolti in un cantiere edile.Passanti travolti nelle strade da cedimenti strutturali di fabbricati o di parte di essi. Danni anche a Venezia.

Nuova scossa di terremoto in Emilia di 5.8 Richter: paura nel nord Italia, crollato il castello di Finale Emilia e il Duomo di Mirandola, operai sepolti

Una nuova scossa di terremoto ha colpito il nord Italia alle 9.02 con epicentro in Emilia, nelle zone già colpite dal sisma della settimana scorsa. Prima pagina - Oggi, ore 09.33 Gente in strada a Bologna, dove si sta procedendo ad evacuare le scuole, apprensione in tutto il nord Italia, con scossa avvertita nitidamente anche ai piani bassi, ma la grande paura è ancora tutta nelle zone già colpite dal terremoto di domenica 20 maggio. La scossa è stata di 5.8 Richter con epicentro tra Medolla e Mirandola, che ha causato il crollo del Duomo di Mirandola e del castello di Finale Emilia. Ci sarebbero degli operai sotto le macerie e una vittima accertata a San Felice. Nelle altre zone colpite oltretutto si segnalano altri crolli, sia in edifici già pesantemente lesionati, sia in quelli che ancora non avevano subito gravi danni, ma che erano giudicati a rischio. Come si sa in questi casi le notizie risultano frammentarie nelle prime ore dopo la scossa. Vi rimandiamo pertanto a nuovi aggiornamenti. A Milano, Padova e Modena alcuni palazzi, sede prevalentemente di uffici, sono stati fatti evacuare per motivi di sicurezza. Sono in corso le verifiche dei vigili del fuoco e della Protezione civile. In diverse zone dell'Emilia la rete telefonica e quella cellulare sono fuori uso. Autore : Alessio Grosso

Nuova forte scossa: magnitudo 5,8 Si temono vittime nel Modenese A Bologna negozi e scuole evacuati. Cellulari in tilt. Treni bloccati, nuovi crolli nelle zone più colpite

Dal sito di INGV BOLOGNA - Un'altra scossa di terremoto molto forte, poco dopo le 9, ha fatto tremare l'Emilia. Le rilevazioni parlano di una magnitudo 5,8, quindi praticamente come quella della prima forte scossa arrivata il 20 maggio nella notte (5,9). L'epicentro, anche questa volta, è nel Modenese, vicino a Mirandola, Medolla e San Felice sul Panaro. Il sisma è stato avvertito dalla Lombardia al Trentino alla Toscana. LA SCOSSA - Secondo gli esperti della sala sismica dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) la scossa «fa parte della sequenza in atto». La scossa è stata abbastanza superficiale, avvenuta ad una profondità compresa fra 5 e 10 chilometri. VITTIME - Si teme che la nuova scossa di terremoto abbia provocato vittime a San Felice sul Panaro. Segnalazioni in tal senso sono arrivate alle autorità e sono in corso verifiche. SCIAME SISMICO - Intanto la terra continua a tremare. Dopo la scossa delle 9 lo sciame sismico prosegue con scosse che si ripetono: le prime con intensità tra 3 e 4. NUOVI CROLLI - Registrati a Mirandola, Finale Emilia e San Felice sul Panaro, paesi già colpiti nei giorni scorsi, nuovi crolli. Sono in corso le verifiche dei vigili del fuoco e della Protezione Civile. A BOLOGNA - A Bologna la scossa è stata avvertita in modo distinto: la terra ha tremato per parecchi secondi. Diversi negozi sono stati evacuati, così come le scuole. CELLULARI IN TILT - Qualche minuto dopo la scossa, i telefoni cellulari sono andati in tilt. Il portale internet Iperbole del Comune di Bologna invita ad aprire le wireless. TRASPORTI - Sospesa la circolazione sulle linee Padova-Bologna, Verona-Bologna, Milano-Bologna, Verona, Mantova e Modena.

Terremoto Emilia Romagna, Calabria e Basilicata: nuove scosse previste nel Sud Italia

Da WWW.Webmasterpoint.it Terremoto Emilia Romagna, Calabria e Basilicata: nuove scosse previste nel Sud Italia Alcuni studiosi affermano di avere previsto il sisma che ha colpito l'Emilia Romagna. Gli stessi prevedono un nuovo terremoto ancora più violento che interesserà Calabria e Sicilia. Ma ci sono polemiche e contestazioni. Marcello Tansini 28/05/2012, ore 07:09 Ieri, 28 maggio 2012, è il nono giorno di scosse sismiche che imperversano sul territorio compreso tra le province di Modena e Ferrara e che si propagano per larga parte della pianura Padana, interessando anche larghe aree del Veneto. Quest’ultima notte, tra domenica e lunedì, sono state registrate ancora undici eventi, dei quali il maggiore di magnitudo 2.9. Uno sciame di scosse di assestamento che continua a stressare la popolazione e gli edifici. Attualmente sono circa settemila gli sfollati, che stanno trovando ricovero in palestre, scuole, alberghi e campi d’accoglienza. Disagi che probabilmente sono destinati a durare ancora a lungo, perché il controllo sugli edifici colpiti dal terremoto che necessitano di una verifica potrà essere effettuato in tempi lunghi, anche perché occorrerà attendere che lo sciame sismico abbia termine. Alcuni esperti hanno affermato negli ultimi giorni di avere previsto il sisma. Non basta: gli stessi hanno anche annunciato che in base ai loro studi possono predire con una certa sicurezza che tra breve un altro terremoto si abbatterà sulle aree del Sud Italia, in particolare su Calabria e Sicilia. Questo nuovo sisma avrà una potenza ancora maggiore di quello che ha colpito la pianura Padana. Stando alle loro parole, potrebbe avere eventi che raggiungeranno la magnitudo di 7.5. Gli effetti, quindi potrebbero essere devastanti. Una dichiarazione che ha allarmato buona parte della popolazione delle aree indicate dagli studiosi, ma che ha provocato la dura reazione di Stefano Gresta, il presidente nazionale dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Gresta non ha usato mezzi termini: “Si sta facendo allarmismo, e in qualche modo anche terrorismo approfittando dell’emotività del momento per fare pressione e accaparrarsi qualche centinaio di milioni di euro per la prevenzione sismica”. Il destinatario di queste parole è Alessandro Martelli, direttore dell’ENEA, che per primo ha sottoscritto le previsioni del nuovo sisma. A conferma delle sue dichiarazioni Martelli porta una serie di algoritmi statistici basati su una serie di rilevazioni finora effettuate. Il nuovo sisma, a suo dire, potrebbe scatenarsi in un periodo compreso tra pochi mesi e due anni. Il web ovviamente è stato invaso da tweet e messaggi su Facebook estremamente allarmati. Ai quali Gresta risponde facendo presente che oggi non esistono strumenti scientifici attendibili che consentono di fare previsioni precise: “Sappiamo che la Sicilia orientale è ad alto rischio sismico, ma lo sappiamo non perché ora sarebbe stato messo a punto un esperimento scientifico, ma da quello che ci dice la storia. Le previsioni attualmente hanno un margine di errore e di incertezza troppo ampio per poter essere utilizzate nella pratica. E chi ha fatto quelle previsioni non ha detto quanti falsi allarmi ha generato negli anni quello strumento, quante volte è stato previsto un evento che poi non si è verificato”. Sulla base di una prevedibilità così vaga, osserva Gresta, come ci si dovrebbe comportare? “Spostiamo milioni di persone per due anni e blocchiamo mezza Italia per un evento che magari poi non si verificherà?”. Ovviamente, tutte queste previsioni catastrofiche per molti sono la prova che la profezia dei Maya sulla fine del mondo si stia per verificare. Chi lo pensa non tiene però conto del fatto che la fine del mondo riguarda l’intero pianeta e non solo alcune aree sismiche. Inoltre i terremoti ci sono sempre stati, violenti e squassanti, ma non per questo il mondo è finito.

Forte scossa di terremoto in Emilia e nel nord: 5.8

Da RAINEWS24 Avvertita intorno alle 9, nel nord Italia, epicentro nel Comune di Finale Emilia, nel modenese, con profondità intorno ai 10 chilometri. Nuovi crolli. A Bologna la gente per lo spavento si è riversata in strada. Scuole evacuate. Condividi: Sismografo Roma, 29-05-2012 Una forte scossa di terremoto ha interessato il nord Italia. Secondo i primi dati dell'Istituto nazionale di Geofisica e vulcanologia, la scossa è stata di 5.76 di magnitudo con epicentro nel Comune di Finale Emilia, nel modenese, con profondità intorno ai 10 chilometri. Nuovi crolli in Emilia Dopo la scossa di terremoto di questa mattina nuovi crolli si sono registrati a Mirandola, Finale Emilia e San Felice sul Panaro, paesi già colpiti dalla scossa del 20 maggio. Sono in corso le verifiche dei vigili del fuoco e della Protezione Civile. Panico a Bologna A Bologna, la terra ha tremato per diversi secondi in maniera prolungata, sussultoria e ondulatoria. Tanti i bolognesi scesi in strada: il movimento tellurico, per forza e intensità, ha ricordato quello del 20 maggio scorso. A Bologna, dopo la forte scossa di terremoto delle 9 di questa mattina, sono andati fuori uso i collegamenti telefonici cellulari. A causa della scossa che si è sentita nettamente in tutta la città e anche a San Lazzaro di Savena alcune scuole sono state temporaneamente evacuate. Gli studenti sono stati fatti uscire dalle aule dagli insegnanti in via precauzionale. Milano La scossa di terremoto è stata avvertita anche in centro a Milano, specie nei piani alti delle abitazioni. Nessuna segnalazione di danni a persone o cose, solo un po' di spavento. Le linee telefoniche di pompieri e polizia urbana sono intasate dalle telefonate dei cittadini. In alcuni casi le persone sono uscite dalle abitazioni e dagli uffici per motivi di sicurezza. Numerosi palazzi del centro di Milano, compresa la sede della Regione Lombardia, il cosiddetto Pirellone, sono stati fatti evacuare per ragioni di sicurezza poco dopo la scossa. Gran parte della gente comunque sta già rientrando negli uffici e nelle abitazioni. Bolzano Il sisma è stato sentito nettamente a Bolzano. Numerose le chiamate ai vigili del fuoco, per il momento non si segnalano danni. Veneto La scossa di terremoto è stata avvertita nel veneziano, con movimento ondulatorio sentito in particolare ai piani alti delle case. La scossa sembra aver avuto particolare intensità in altre zone del Veneto, come nel vicentino. (I telefoni dei vigili del fuoco e una parte dei cellulari sono in tilt, a Venezia e Verona, per le tante segnalazioni di cittadini. La scossa di terremoto è stata avvertita nel veneziano esattamente alle ore 9, con movimento ondulatorio sentito in particolare ai piani alti delle case. La scossa sembra aver avuto particolare intensità in altre zone del Veneto, come nel vicentino. Friuli Venezia Giulia La Protezione Civile del Friuli Venezia Giulia ha reso noto che la forte scossa è stata avvertita in tutto il Nord Italia. Ai centralini della Protezione Civile e dei vigili del fuoco del Friuli Venezia Giulia sono giunte numerose telefonate e segnalazioni. Toscana E' stata avvertita forte anche a Firenze la scossa di terremoto. In molte scuole fiorentine è scoppiato il panico, sono state interrotte le lezioni e sono stati predisposti i piani di evacuazione, come alla scuola media Pieraccini' di viale Spartaco Lavagnini, e in altri istituti cittadini. Come prevede il protocollo, gli alunni della Pieraccini insieme ai professori si stanno incamminando verso il 'punto di raccolta' in piazza Indipendenza. Lo stesso stanno facendo gli alunni e il personale delle altre scuole, verso i rispettivi punti di raccolta. In alcune vie, la gente è scesa in strada dalle proprie abitazioni e dagli uffici, in via precauzionale. E' stata avvertita distintamente anche in Versilia la scossa di terremoto. La scossa ha fatto scattare numerosi allarmi e provocato scene di panico nelle scuole e negli uffici pubblici, ma almeno al momento non si registrano danni a persone e strutture. Piemonte La scossa è stata avvertita anche in alcune zone del Piemonte. Lo comunica l'Arpa aggiungendo che, al momento, non risultano segnalazioni di danni. La Protezione Civile Regionale sta procedendo alle verifiche sul territorio.

Terremoto di stamani nel nord Italia

09:30 - Una scossa di terremoto è stata avvertita distintamente in tutto il Nord Italia, dalla Lombardia a Veneto all'Emilia Romagna. A Milano e hinterland alcuni palazzi, sede prevalentemente di uffici, sono stati fatti evacuare per motivi di sicurezza. La scossa ha avuto una magnitudo 5.7, con epicentro nel Modenese. Il dato, ancora preliminare e non definitivo, è stato comunicato dall'Ingv alla Protezione civile. Nuovi crolli si sono registrati a Mirandola, Finale Emilia e San Felice sul Panaro, paesi già colpiti dalla scossa del 20 maggio. Sono in corso le verifiche dei vigili del fuoco e della Protezione civile. In diverse zone dell'Emilia la rete telefonica e quella cellulare sono fuori uso. Fonte TGcom24.it E'stata sentita perfino nel pistoiese..

Terremoto in Argentina, Santiago

Santiago Del Estero Prov., Argentina Magnitude: 6.6 Origin time: 2012-05-28 05:07:23 UTC Epicenter: 63.19°W 28.07°S Depth: 579 km Location status: confirmed

mercoledì 9 maggio 2012

Perché non una via...

titolata alle vittime della crisi? Perché non far vergognare i nostri politici? Chiediamola insieme...La prenderanno sicuramente come una provocazione..ma quel sangue versato grida vendetta per le ingiustizie sociali che stiamo subendo tutti...

Il grillino che è in me (quasi) esulta

Libero pensiero

FACCI da Liberoquotidiano.it

 Partiti esosi e incapaci, un governo piegato ai voleri degli eurotecnocrati, timori per il futuro: così basta candidare persone presentabili per vincere 09/05/2012 Il grillino che è in me ripete che i candidati grillini oltretutto sono presentabili, sono studenti o professionisti, sembrano brave persone - ormai lo dicono anche i giornalisti in tv - e in tempo di belsiti non è poco. Non lo è. Il grillino che è in me ha visto dei partiti incapaci di opporsi alla nascita del governo Monti, ha visto dei partiti incapaci di sostenere il governo Monti e ha visto dei partiti incapaci di abbattere il governo Monti. Il grillino che è in me ha visto che la miglior cosa che i partiti hanno fatto, in novembre, è stato andarsene, tacere, eclissarsi, non piazzare i loro uomini in un governo, ma levarli. Il grillino che è in me se ne fotte della Francia, della Grecia e vorrebbe capire perché non può fottersene anche della Bce e degli amici di Monti e di tutti gli altri geni che ci hanno trascinato nella fregatura dell’euro. Vorrebbe capire, il grillino che è in me, perché siamo entrati nell’euro se ora non possiamo uscirne, e perché altre nazioni non ci sono entrate ma sono ancora lì tranquille. Vorrebbe capire perché a difenderci dai tecnocrati europeisti sembra essere rimasto giusto lui, Grillo, mentre nessun altro partito obiettava seriamente alla nascita di un governo delle banche e delle tasse. Gli italiani avevano votato un governo che doveva tagliarle, le tasse. Crisi e apparati - Il grillino che è in me ha visto che Grillo i soldi pubblici alla fine non li ha mai presi, che non ha figli e famigli in politica, che non ha candidato inquisiti o scilipoti, che non ha mai candidato neppure se stesso: mentre, in tempo di crisi, i vari Alfano e Bersani e Casini non rinunciavano neppure a una lira di quella truffa che è il rimborso elettorale ai partiti, che si terranno stretto perché serve ad alimentare gli apparati partitici e a stabilizzare i loro gruppi dirigenti mediocri e immeritevoli. Il grillino che è in me patisce una crisi economica durissima e in cambio ne ottiene soltanto tasse. Il grillino che è in me pensa che Berlusconi sia sparito e che Bossi sia un pasticcione rincoglionito, mentre i vari sottoposti biascicano solo di leggi elettorali che possano perpetuarli e di riforme che non hanno mai fatto in vent’anni. Il grillino che in me era indeciso se votare Grillo o non andare proprio a votare, perché l’ha capito anche un idiota che il grillismo non è una causa ma un effetto. E però, di segnali, ne avevamo già lanciati parecchi: alle politiche del 2008, per esempio, Grillo invitò all’astensione ma tuttavia ci fu una un’affluenza altissima, ci credevamo ancora, poi si avvitò tutto lo schifo che sappiamo e così alle Regionali del 2010 si astenne il 36 per cento (15 punti in più rispetto alle politiche) che è stato il più basso afflusso dal Dopoguerra. Però i partiti continuavano a parlare come se per trascinare la gente in piazza bastasse schiacciare un tasto del telecomando, come se i sondaggi non dessero indicazioni di voto ma assicurassero, pure, che la gente a votare avesse anche voglia di andarci. E infatti non c’è andata, e, per la prima volta, si è astenuta in molte città del Nord dove l’affluenza era sempre stata alta. Gente normale - Se non disturba, infine, il grillino che è in me non è per forza un ambientalista o un ecologista, magari va a pure a caccia, magari ha il suv, non è un fondamentalista che non si lava o che non tira l’acqua del cesso: il Tav tutto sommato lo vuole, il ponte sullo Stretto poteva essere un’idea, insomma, è una persona normale, uno che la domenica a piedi può anche farsela, uno che però si è accorto che stiamo consumando il pianeta e che qualcosa bisogna fare, e non è possibile che certi temi o li affrontava Pecoraro Scanio oppure nessun altro, non è possibile che se ne discuta solo quando esplode una centrale nucleare in Giappone. Il grillino che è in me pensa che il discorso sul futuro, quello rubato ai nostri figli, non possa valere solo per le pensioni. Ma soprattutto pensa, il grillino che è in me, che anche tirare la fine del mese faccia parte del futuro.

 di Filippo Facci

lunedì 7 maggio 2012

Monti deve stare attento. Qui tira aria di rivoluzione

Lo Stato ci ha tradito: si è dimostrato sleale sia con i cittadini sia con il mondo imprenditoriale Fonte: Libero, 6 maggio 2012 Un italiano su tre spera in una rivoluzione. Il sondaggio che qualche giorno fa mi è capitato tra le mani era stato commissionato dalle Acli, dalle associazioni cattoliche dei lavoratori, un’associazione moderata. Per questo l’ho conservato. Inquietudine - Certo, i sondaggi rivelano tutto e rivelano nulla però fotografano comunque uno stato d’animo. E qual è lo stato d’animo degli italiani? Inquieto. Perché? Perché sono stati illusi e traditi. Illusi da chi quella rivoluzione l’aveva promessa senza arrivare a nulla che non fosse la conservazione dello stato attuale di cose. Forse per questo la domanda di rivoluzione resta immutata. Vale la pena chiarirsi sul significato di rivoluzione. Non è certo rivoluzionario entrare in un ufficio di Agenzia delle Entrate armato fino ai denti e pretendere di essere ascoltati. Però è rivoluzionario pretendere da quello stesso Stato una lealtà che oggi non mantiene. Abbiamo scritto mille volte di questo tema, tuttavia siccome quei signori non ci sentono ribadiamo il concetto. Se un lavoratore svolge un lavoro per la Pubblica Amministrazione, la Pubblica Amministrazione non può protrarre il pagamento a date indegne: annunciare il pagamento del dovuto a qualche anno di distanza (nonostante un richiamo ufficiale che arriva da quella Europa verso la quale ci inginocchiamo ripetutamente) fa venire meno gli equilibri del mercato. Soprusi - Il famoso mugnaio tedesco trovò soddisfazione in un giudice a Berlino contro i soprusi di un nobile; gli imprenditori edili con annessa la filiera della cantieristica e dei lavori pubblici, a Roma, non hanno trovato ancora quel giudice perché la giustizia italiana ha tempi che concorrono con la lentezza della Pubblica amministrazione nei pagamenti. Idem con patate se a non pagare è il privato: fammi causa, ti dicono certi di smontare ogni illusione di giustizia. Fisco e in-giustizia: con questo uno-due stanno finendo al tappeto molte imprese italiane, che oltre al danno di non essere pagate in tempi ragionevoli si ritrovano a doversi leccare le ferite per la beffa. Non è infatti una beffa che lo stesso Stato, arrogante nel pagare quando ha voglia, pretenda il pagamento di tasse (sempre di più) e gabelle varie altrimenti sguinzaglia Equitalia coi suoi metodi sbrigativi? Domando: è equo il guadagno del 9 per cento? Domando ancora: cosa c’è di lodevole nell’iniziativa strombazzata da Befera (doppio incarico e doppio stipendione; a questa gente evidentemente un incarico solo fa schifo) dello sportello amico? Visto che le parole sono importanti, Befera sta ammettendo implicitamente che prima lo sportello era nemico. E ha ragione, se anche ieri nel Napoletano un altro signore si è sparato per una cartella esattoriale di 15 mila euro. Ha ragione se la solidarietà a Martinelli, l’imprenditore della bergamasca che s’era asserragliato armato nella sede locale di Agenzia delle Entrate, è rivendicata con orgoglio non solo dai suoi compaesani. «Non era un folle, è un povero cristo come tutti noi». Coraggio - Befera rivendica le proprie ragioni? Bene, però lo faccia guardando negli occhi i piccoli imprenditori, le famiglie, le persone reali. Finora quel coraggio non l’ha avuto: solo gran monologhi. Invece di guardare la punta del proprio naso, Befera provi ad alzare lo sguardo, provi a scandagliare nei fondali della crisi e dovrà ammettere che c’è una gran differenza tra morosi ed evasori. I grandi evasori non hanno paura di Befera formato sceriffo fiscale e delle sue retate show. Rabbia - Nel Paese sta crescendo un disagio misto a rabbia. Non è rivoluzionario suicidarsi, ma lo Stato dovrebbe alzare le antenne se non vuole che prima o poi il suicidio evolva in atto kamikaze o se il colpo di pistola alla tempia di un artigiano si trasformi nella pistolettata di Sarajevo che scatena guerre. Non dico affatto che siamo vicini a scenari del genere, però sarebbe folle -questo sì- alzare le spalle sperando che la soluzione caschi dal cielo. Rivolta - La voglia di rivoluzione che anima il Paese può ancora significare voglia di cambiamento radicale. Certo, l’arroganza di questo governo non aiuta. Monti rifiuta ogni confronto che non sia coi mercati (almeno servisse a qualcosa…). La signora so-tutto-io Fornero quando incontra i lavoratori lo fa col piglio di chi non ha nulla da imparare ma solo da insegnare. E che dire delle decisioni prese per salvare le banche e quanti hanno fascicoli delle procure aperte per sospette evasioni? O delle nomine strappa-risate di Bondi («Diteci via mail quali sono gli sprechi») e di Amato... Rispetto - Per chiudere. Se chi rappresenta lo Stato pretende il rispetto dai cittadini, è bene che lo Stato sia leale con i cittadini. Le tasse non servono per far quadrare i conti, le tasse si pagano per ricevere in cambio servizi pubblici almeno sufficienti. La qual cosa non accade. Tant’è che basta un Grillo per seminare il panico. Poi c’è Pierferdinando Casini… Qualsiasi cosa faccia Monti, un minuto dopo lui esterna per congratularsi. Chiunque dice male di Monti si becca il rimbrotto di Casini a stretto giro. Ormai Pier Ferdinando Casini è il portavoce del governo. Casini sta aiutando il governo a rovinare gli italiani e parla seguendo esclusivamente i suoi interessi personali. Ma deve ancora studiare…