mercoledì 29 maggio 2013

UNIONI CIVILI: DIRITTI PER TUTTI? NO, SOLO PER I GAY




Approvata la legge sulle unioni gay in Inghilterra, ma i vantaggi non si estendono alle coppie eterosessuali... costerebbe troppo!
di Davide Greco
Il 21 maggio è passata la legge sulle unioni civili (omosessuali) in Inghilterra, in seconda lettura alla Camera dei Comuni di Londra. Voti favorevoli: 366, contrari: 161. Poi sarà la volta della Camera dei Lord.
A parte i festeggiamenti della comunità LGBT, che così vede coronarsi il suo sogno d'amore, il nocciolo della questione può essere un altro.
Per contrastare la legge, qualche giorno prima, il parlamentare Tim Loughton ha proposto un emendamento particolare. Ha chiesto, con un glossario molto simile alla comunità gay, di estendere le unioni civili anche alle coppie eterosessuali.
La proposta è risultata subito spaventosa. Già perché, a parte l'amore, le civil partnership prevedono la riforma del sistema pensionistico e tutta una serie di diritti solitamente riservati al coniuge. Il Downing Street l'ha bollata immediatamente come "distruttiva", in quanto l'estensione avrebbe avuto un costo supplementare di 4 miliardi di sterline (circa 4,7 miliardi di euro).
Rizzate le antenne, anche Cameron è corso ai ripari. Attenzione, ha detto, se passa questo emendamento non solo è a rischio il progetto di legge, ma l'intero Tesoro dello Stato.
In tempo di crisi, è meglio non farsi venire strane idee in testa.
Una vera e sana democrazia, attenta ai diritti di tutti, avrebbe bloccato il progetto. Altolà, avrebbe detto, se non si può fare per tutti, allora non si può fare per nessuno.
Invece la legge è passata tutelando solo gli interessi delle coppie omosessuali. Tanto gli etero si possono già unire in matrimonio, che bisogno hanno delle unioni civili? Oltretutto il nuovo sondaggio di YouGov conferma che il 54% della popolazione inglese è favorevole al riconoscimento delle nozze gay. Quindi, dov'è il problema?
In realtà, il percorso della legge non fa che confermare che è in atto la decostruzione della coppia e della famiglia tradizionale, e che gli Stati non hanno più intenzione di investire su di essa. La si vuole indebolire affiancandole altre definizioni che, in assenza di altri valori decisivi che non siano quelli laici, finiscono per essere "le diverse possibilità dell'amore". Possibilità, ovviamente, tutte degne dello stesso status, posizionabili tutte sullo stesso piano.
Mettendole in comunicazione sul piano giuridico, si vuole abbassare una per innalzare l'altra.
La domanda successiva, però, non è se questo sia possibile (lo è già) e nemmeno se sia plausibile, ma è: perché?
Perché i governi si danno tutto questo gran da fare per sdoganare le unioni gay?
La risposta potrebbe giacere in un'unica parola: spaccatura. Frammentare, indebolire il fronte più grosso corrisponde al vecchio motto latino "divide et impera", separa per comandare.
L'impressione è che l'istituzione di una società pluralista, fatta di tanti interessi particolari ma nessuno fondamentale, possa creare fette di popolazione meglio controllabili e manipolabili. Con un uso accorto dell'antilingua e di fiere parole come "libertà" (all'ombra della quale i totalitarismi sguazzano), si tenta ciò che con un confronto diretto sarebbe impossibile ottenere.
Attenzione, però. Proprio perché termine cruciale, la "spaccatura" in questo momento è utilizzata dai media solo contro i cattolici. Sono loro a voler interrompere la democrazia, a non consentire questo o quell'altro.
Secondo questa interpretazione, li si identifica come anti-sociali, come antiquati, e via di questo passo. E mentre li si accusa di spaccatura, nel frattempo si spaccano tutti i valori intorno o anche in "semplice odore" di cristianità.
Se non fosse così, non si capirebbero tanto cose. Non sarebbe chiaro, ad esempio, perché Furio Colombo definisca la Marcia per la Vita "un'altra spaccatura, in un Paese già spaccato", con tanto di allarme per la democrazia, mentre riconoscere la coppie omosessuali non è una spaccatura nella maggioranza, né desta preoccupazioni.
Eppure dovrebbe essere esattamente il contrario. In Italia, l'88% si definisce cattolico, perché dovrebbe sembrare una frattura che 40.000 persone manifestino sulla base dell'ideologia della maggioranza?
E non è ancora più curioso che invece in Inghilterra una minoranza imponga alla maggioranza un modello di vita e di famiglia in cui non si riconosce, senza creare (secondo i media) nessuna divisione?
Quello che preoccupa, in realtà, è che questa maggioranza si accorga di quanto vale tutta insieme. Quello che preoccupa è che esistano ancora fronti compatti che non si disperdono né per denaro, né per potere, né per costumi sessuali.
Perché sarebbe ben duro imporre capitalismo aggressivo, ideologie relativiste, disoccupazione strutturale eccetera eccetera se di fronte si ha a che fare con un gruppo unito che sa bene quello che vuole. E che nella carità e nel rispetto della persona (non dei suoi pallini sessuali) sa anche come ottenerlo.
Ed è questo a far paura.
 
Fonte: nocristianofobia.org, 24/05/2013

LA GUERRA SANTA E' INIZIATA: BOSTON, STOCCOLMA, LONDRA...




Attaccano la polizia, bruciano auto e locali, lanciano molotov, gridano: ''Nessuno di voi potrà dirsi al sicuro; noi abbiamo fede in Allah e non finiremo mai di combattervi''

LA GUERRA SANTA E' INIZIATA: BOSTON, STOCCOLMA, LONDRA...
di Stefano Magni
Boston, Stoccolma, Londra, sono le tappe di una nuova guerra di religione nel cuore dell'Occidente.
Due bombe a Boston hanno risvegliato l'opinione pubblica sul fatto che il terrorismo jihadista esiste. Gli autori erano due fratelli ceceni, musulmani, uno dei quali era diventato un radicale islamico, "attenzionato" dai servizi segreti russi che lo avevano segnalato, invano, ai colleghi statunitensi.
Questa settimana i quartieri a maggioranza musulmana di Stoccolma, a partire da Husby, sono stati messi a ferro e fuoco. Gli assalitori che attaccano la polizia, bruciano auto e locali, lanciano molotov, gridano "Allah Akhbar", come si può udire molto bene in più di un filmato mandato (da loro stessi) su YouTube. La scintilla è stata provocata dall'uccisione, da parte della polizia, di un violento armato di machete, che minacciava la vita di una donna e aveva aggredito gli stessi agenti.
Altri due uomini armati di machete, radicali islamici, a Londra hanno ucciso, sgozzandolo, un soldato britannico, Lee Rigby. Uno dei due, Michael Abedolajo, ha dichiarato nella sua estemporanea rivendicazione filmata con un cellulare: "Nessuno di voi potrà dirsi al sicuro (...) Noi abbiamo fede in Allah e non finiremo mai di combattervi".
E solo ora ri-scopriamo, dopo anni di sonno, che esiste un nemico interno. Nemmeno un appassionato di teorie cospirative arriverebbe a ipotizzare uno scenario come quello che stiamo vivendo in quest'ultimo mese. Tre grandi attacchi, in tre città occidentali, sempre condotti da radicali islamici. Sembrerebbe un'offensiva coordinata. Invece non la è. E quindi è molto peggio.
A unire i puntini di questo mosaico di eventi non è un unico piano. Ma un'unica cultura. Che è quella dell'islam fondamentalista. Non c'è un disegno coordinato, ma ci sono tanti manifesti. Abedolajo, per esempio, si è convertito dal cristianesimo all'islam, convinto dall'imam radicale Anjem Choudary. Il quale, in un discorso tenuto in un anniversario dell'11 settembre, aveva proclamato: "L'islam è superiore e non sarà mai sorpassato. La bandiera dell'islam sarà issata a Downing Street". Come? Molto semplice: con la procreazione e il proselitismo. Procreazione: l'islam radicale, secondo l'imam, può vincere anche solo figliando. A Londra abita circa 1 milione di musulmani su una popolazione di 8. In alcuni quartieri, i musulmani sono già maggioranza. Proselitismo: dopo l'11 settembre i convertiti all'islam sono raddoppiati rispetto agli anni precedenti. In questi dodici anni di guerra al terrorismo si sono moltiplicati i fondamentalisti fra quelli che, fino a poco prima, erano musulmani non militanti. Vale lo stesso discorso per la Svezia, dove l'immigrazione, più che sul lavoro, è fondata sull'asilo politico. Non esistono statistiche sulla filiazione ideologica di quanti hanno ottenuto rifugio nel Paese scandinavo, non sappiamo, in percentuale, quanti di questi sono fuggiti dagli Stati che li opprimevano perché troppo jihadisti. Ma vediamo gli effetti: Stoccolma ne è un esempio.
"Nessuno di voi potrà dirsi al sicuro", dichiarava Abedolajo con le mani grondanti del sangue del soldato appena ucciso. Questa frase non è solo sua. E' dello stratega di Al Qaeda Abu Bakar Naji, autore di un altro dei manifesti fondamentali del moderno jihadismo: "Governare alla macchia" (Ederat al Wahsh). Naji ritiene che la guerra santa debba essere condotta in tutto il mondo, ovunque vi sia una presenza musulmana. Predica la costituzione di "aree islamiche" all'interno delle società occidentali. Non vuole che venga creato alcun governo, che potrebbe avere problemi con lo Stato occidentale che lo ospita, ma "società parallele", con le proprie leggi e istituzioni, con le proprie forze dell'ordine ed eserciti, all'interno delle città che le ospitano. Sotto il naso delle autorità.
Questa strategia è pericolosa non solo per i cristiani, che si troverebbero perseguitati dai vicini islamici come avviene in Nigeria o in altre società "miste" dell'Africa. E' pericolosa anche per gli stessi musulmani che vivono all'estero e non vogliono avere nulla a che vedere con il fondamentalismo. Naji si rivolge soprattutto a loro. La sua strategia è stata concepita apposta per riportarli all'ordine, per evitare che si facciano attrarre troppo dalle tentazioni di una società "infedele".
Queste ideologie si nutrono del multiculturalismo che gli viene offerto dalle società europee e nordamericane. I leader radicali islamici, convinti di colonizzarci, sanno che possono chiedere e ottenere, uno dopo l'altro, tutto quello che vogliono. Possono avere loro tribunali che giudicano in base alla Sharia e corpi di polizia ausiliari controllati da musulmani (come nel caso della Gran Bretagna). Possono ottenere quartieri tutti loro, dove imporre il costume islamico (come avviene in molti quartieri di città inglesi e svedesi). Sanno che un governo occidentale, se deve decidere di dialogare con un'organizzazione musulmana liberale o con una fondamentalista, sceglie di parlare con (e magari anche finanziare) quest'ultima, come avviene regolarmente negli Usa.
Perché il musulmano liberale è dato per scontato, è "inutile", mentre il dialogo viene orientato solo con chi predica l'odio, nel vano tentativo di convincerlo a diventare un interlocutore. L'islam fondamentalista sa di vivere in società che rifiutano la propria identità e stanno cercando di imporre la loro.
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 25/05/2013

martedì 28 maggio 2013

A proposito di immigrati...Razzismo o ricerca di legalità?


Sono masochista. Lo so. E' nella mia natura. Ma a volte da buona livornese, pur se trapiantata altrove da anni, ormai, non riesco proprio a stare zitta. Ma a qualcuno lo devo proprio raccontare quello che accade in giro sotto gli occhi delle istituzioni e sulla pelle dello sprovveduto cittadino.

Pisa - Parcheggio Ospedale Ciasanello
Di fronte a questo nuovissimo ospedale, conosciuto ovunque per la sua clinica universitaria esistono vari piazzali dedicati al parcheggio delle automobili dei visitatori. Eccetto un paio, gli altri sono tutti liberi..Per modo di  dire...Ogni giorno almeno una ventina di extracomunitari clandestini di colore li affollano, seduti sulle ringhiere in legno con oggettistica di ogni tipo, in attesa delle auto. Appena se ne presenta una, il capo del gruppo, manda uno dei "collaboratori" incontro al mezzo e fingendosi parcheggiatore ti indica il posto e appena scendi dall'auto ti viene chiesto con decisione  il pizzo ( non meno di un euro) o l'acquisto di qualcosa .
Tutto questo con la forza che ti viene dalla protezione del tuo gruppo, numeroso e sotto la guida di un capo deciso e senza niente da perdere e con la grinta di chi è sicuro di sé nonostante la presenza della polizia municipale. Già perché in ciascuno dei limitrofi parcheggi a pagamento, almeno tre vigili urbani in divisa, con auto o moto del Comune,  sostano accanto alla macchinetta per il biglietto per accertarsi che gli extracomunitari, certamente clandestini, che riscuotono il pizzo, che vendono merci senza alcun odore di legalità, non invadano l'area, costringendo a pagare ciò che non devono anche gli altri visitatori, che già d'altra parte  contribuiscono con la moneta alle risorse comunali, come invece accade in altre zone della città (vedasi zona universitaria - retro Santa Chiara)...Ma come si possono utilizzare uomini di  polizia municipale  non per impedire che si compiano crimini e  malversazioni ma per vigilare la macchinetta del parcheggio in modo che il cittadino non faccia il furbo, tentando di parcheggiare il proprio mezzo abusivamente.

Livorno- Piazza Cavallotti
Piazza Cavallotti, è da sempre sede del più tipico mercato della città. Ogni giorno, da sempre, possiamo dire, bancarelle di ogni tipo paganti il suolo pubblico e le tasse allo stato e al comune, riempiono gli spazi adibiti per vendere abbigliamento, frutta, verdura, fiori, e generi alimentari, nonché bigiotteria, scarpe, borse, intimo e chi più ne ha, più ne metta. Al termine della prima piazza, dedicata alla vendita della frutta e della verdura, inizia un portico con negozi ed ancora bancarelle...Ebbene per tutta la zona immigrati di colore sostano con le loro mercanzie contraffate ( scarpe sportive, borse di ogni genere, cd e dvd di film e canzoni e via dicendo, potremmo dire a bocca desidera, perché chiedendo, trovi veramente di tutto), senza dover pagare un centesimo né allo stato né al comune. Questo sotto gli occhi  dei vigili urbani, ancora utilizzati a tenere sotto controllo...boh, non so....E questo, aggiungo, mentre i bancarellai risentono della crisi economica,  cedono i propri banchi o li chiudono per disperazione anche per colpa anche dell'aggravio fiscale che sta rendendo il mondo del commercio  ( e non solo),  sempre più difficile...E tutto questo, aggiungo,  mentre gli immigrati, contravvenendo alla legge e al rigorismo fiscale imposto a noi italiani , pullulano e fanno affari con  le loro merci contraffatte, vendute  evadendo fisco e contravvenendo alla legge penale italiana... i cui proventi finiscono nei paesi di origine, ai quali l'Italia garantisce aiuti e in certi casi spedizioni umanitarie dai costi e dalle spese infinite. 

Livorno - Zona La Rotonda di Ardenza
Stessa situazione la troviamo in questa zona la domenica alla Rotonda di Ardenza . Una ventina di extracomunitari ( contati peraltro) ti assalgono per vendere occhiali da sole contraffatti...e non sarebbe niente se tutto questo non avvenisse sotto la vigilanza della polizia di Stato parcheggiata, di pattuglia, in zona, davanti tra l'altro ad altri venditori clandestini ed abusivi,  ediventemente a garantire ...  che cosa? Chi e che cosa devono garantire?  E mi chiedo: perché se un cittadino italiano non paga le tasse o vende abusivamente la merce rischia l'intervento della Guardia di Finanza a casa, Equitalia che gli pignora persino le mutande,  il sequestro della merce e la denuncia alle autorità, mentre gli immigrati, che quotidianamente infrangono diverse leggi italiane, sono e restano degli impuniti?

 Qualcuno a questo punto ricorrerà ai soliti argomenti del buonismo e della tolleranza...Ma che significa essere tolleranti? Lasciare e sopportare che  qualcuno faccia cosa vuole alle spalle di altri? Ma perché Equitalia non tollera se non pago le tasse specialmente se non ho soldi o sono disoccupato?
Perché un italiano deve suicidarsi per la disperazione e la vergogna di non avere più un lavoro  mentre altri pasciuti e ben vestiti , clandestini, usano arroganza e prepotenze nei nostri confronti, perché difesi da certa politica, dai sindacati e dalle associazioni? Perché per esempio in centro a Lucca, grazie alla vigilanza della polizia e dei carabinieri sono stati allontanati immigrati e venditori abusivi? Perché sempre a Lucca, grazie alla costante opera delle forze dell'ordine e della polizia municipale, che pattuglia, chiede documenti e nel caso interviene, non esistono queste forme di criminalità agli angoli delle strade o nei mercati rionali?
Lucca, seppure con fatica perché ormai il flusso di clandestini e di extracomunitari è altissimo, e non certo per colpa dei lucchesi, è esempio del fatto che anche noi in Italia se volessimo potremmo assicurare utilizzando propri  i nostri organi di controllo e di polizia, efficienti e  preparati, quando vengono lasciati agire, sicurezza e legalità ai cittadini, che lavorano ( o comunque sperano di farlo), pagano le tasse, ormai diventate insopportabili.. 
 A questo punto mi sono già guadagnata l'accusa di razzismo..Ma mi chiedo e con questo chiudo: è razzismo o ricerca di uguaglianza e di certezza del diritto, pretendere che le leggi dello stato vengano applicate  a tutti indistintamente, che le tasse vengano pagate da tutti coloro che creano profitti? Perché un cittadino italiano cinquantenne senza lavoro deve andare a dormire sotto un ponte, non può vendere neppure in stato di indigenza, merce contraffatta mentre altri, addirittura clandestini, lo possono fare? E tutto questo mentre vieni tacciato di razzista dai complici di questa realtà malavitosa e rischi  nel migliore dei casi di essere insultato, e sputato dagli stessi malavitosi se osi contraddire le loro richiesta di pizzo, o di trovarti la macchina graffiata nei peggiori dei casi , se poi non rischi, essendo loro in tanti e in gruppo, senza scrupoli, e molti anche con precedenti penali, magari ottenuti nei loro paesi di origine,  di subire minacce ( anche questo è capitato) o di beccarti qualche spintone...A questo punto non resta che una cosa: chiedere il diritto all'integrazione al ministro Cécile Kyenge per noi italiani...
Lorenza Cordovani

La denuncia di Ida Magli: “I Governanti ci Vogliono Uccidere”


La denuncia di Ida Magli: “I Governanti ci Vogliono Uccidere”

di www.gamerlandia.net /
28/05/2013 10:04:24
La denuncia di Ida Magli: “I Governanti ci Vogliono Uccidere”
MXpress (http://www.gamerlandia.net/2013/05/27/la-denuncia-di-ida-magli-i -governanti-ci-vogliono-uccidere/) - Minimalista, depressa, costantemente sull’orlo del baratro. E’ questa l’Italia che vuole l’Europa? O è la conseguenza di errori politici? Ne discutiamo con Ida Magli, antropologa e saggista italiana. Nel suo lavoro ha applicato il metodo antropologico alla cultura occidentale, pubblicando i risultati delle ricerche in numerosi saggi dedicati al cristianesimo, alla condizione delle donne, agli strumenti della comunicazione di massa. Ida Magli, nel 1997, con il suo saggio “Contro l’Europa”, ha previsto ciò che oggi sta accadendo in Europa, in Italia.
 
Dal 1997 lei afferma che l’Europa, questa Europa, è dannosa per l’Italia. Come spiega l’europeismo italiano a tutti i costi?
“Sono i governanti, i politici, i sindacalisti, più qualcuno dei grandi industriali per ovvi motivi di allargamento del mercato, ad aver imposto l’europeismo italiano a tutti i costi. Lei fa bene a sottolineare che è ‘italiano’: in tutti gli altri paesi, sebbene i governanti spingano verso l’unificazione europea, non c’è l’assolutezza che c’è in Italia, naturalmente anche a causa dell’obbedienza dei mezzi d’informazione nel tenere il più possibile all’oscuro i cittadini sugli scopi dell’Europa e sui suoi aspetti negativi, un’obbedienza quasi incredibile.
Faccio un solo esempio: tanto Mario Monti quanto Emma Bonino sono stati compartecipi del più grosso scandalo avvenuto in seno al governo europeo (La Commissione Santer: Commissione Europea in carica dal 1995 al 1999, quando è stata costretta alle dimissioni perché travolta da uno scandalo di corruzione – ndr) e costretti alle dimissioni con due anni di anticipo dalla scadenza del mandato per motivazioni ignobili quali nepotismo, contratti illeciti, enorme buco di bilancio, come recita la Gazzetta ufficiale dell’UE. Ma nessun giornalista lo dice mai e nessuno l’ha mai sottolineato, neanche quando Mario Monti è stato capo del governo e oggi in cui Emma Bonino è ministro degli esteri nel governo Letta.”
 
Quali sono gli interessi in gioco?
“I motivi di esclusivo interesse per i governanti sono molti, ma mi fermo a illustrarne soltanto due. Il primo è di carattere politico: distruggere gli Stati nazionali e per mezzo dell’unificazione europea, distruggere i popoli d’Europa, ossia i ‘bianchi’, facilitando l’invasione degli africani e dei musulmani per giungere a un governo ‘americano mondiale’. Naturalmente per la grande maggioranza degli italiani, quella comunista, l’universalizzazione era già presente negli ideali marxisti ed è persistita, malgrado le traversie della storia, fino ad oggi in cui vede finalmente realizzati i propri scopi nel governo Letta.
Si spiega soltanto così la lentezza e la tortuosità che sono state necessarie per giungere al governo Letta: era indispensabile creare le condizioni che giustificassero il vero governo ‘europeo’, abilitato a distruggere l’Italia consegnandola all’Europa. Il secondo motivo è esclusivamente d’interesse personale: si sono costruiti, spremendo e schiacciando il corpo dei sudditi, un grande ‘Impero’ finto, di carta, che non conta nulla e non deve contare nulla in base ai motivi che ho già esposto, ma che per i politici dei singoli Stati è ricchissimo. Ricchissimo di onori, di benemerenze, di poltrone, di soldi.
Governare oltre cinquecento milioni di persone, con tanto di ambasciate aperte in tutte le parti del mondo, fa perdere la testa a questi politici che vengono dal nulla e che non sono nulla e che, quando manca una poltrona in patria, la trovano in Europa per se stessi, parenti, amici, amanti, con un giro immenso di possibilità e libero da ogni controllo.
Non c’è praticamente nessuno dei politici oggi sulla scena che non sia stato parlamentare europeo: Napolitano, Bonino, Monti, Prodi, Letta, Rodotà, Bersani, Cofferati e tanti altri ancora, con un ricchissimo stipendio e benefici neppure immaginabili  per i comuni lavoratori. Essere parlamentare europeo significa anche impiegare il poco tempo passato a Bruxelles a tessere i legami e scambiare i favori utili per la futura carriera in patria, godendo anche alla fine di questi ben cinque anni di dura fatica, di una cosa strabiliante: la pensione per tutta la vita.”
 
In un suo recente intervento ha affermato che non c’è nessuna luce al termine del tunnel della crisi. Il tunnel è dunque la realtà alla quale dobbiamo abituarci?
“Sì, il tunnel è la realtà. Non dobbiamo abituarci, però, anzi: dobbiamo guardarla in faccia come realtà. Niente di ciò che dicono i politici prospettando un futuro miglioramento nel campo economico è vero e realizzabile, perché non possiamo fabbricare la moneta, come fa ogni Stato sovrano (Come fanno in questi giorni il Giappone e l’America per esempio – ndr). Una moneta uguale fra paesi diversi è una tale aberrazione che non è possibile credere a un errore compiuto dai tanti esperti banchieri ed economisti che l’hanno creato, fra i nostri Ciampi e Prodi. E’ stato fatto volutamente per giungere a una distruzione.”
Per distruggere cosa?
“L’introduzione dell’euro ha sferrato il colpo di grazia all’economia degli Stati. Se viceversa si fosse trattato davvero di un errore, allora perché, invece di metterli alla gogna, continuiamo a farci governare da quegli stessi banchieri ed economisti che non sopportano la minima critica all’euro? Dunque la situazione economica continuerà ad essere gravissima e il solerte Distruttore si prepara a consegnarci all’Europa sostenendo che mai e poi mai potremo mancare agli impegni presi e che per far funzionare l’euro bisogna unificarsi sempre di più.
Questa è la meta cui si vuole giungere. Visto che la moneta unica non funziona, perché sono diverse le produzioni dei singoli Stati, cambieranno forse queste produzioni unificando le banche e le strutture economiche? Bisogna farsi prendere per imbecilli non reagendo a simili affermazioni. L’unica possibilità che abbiamo per salvarci è che sorga qualcuno in grado di organizzare una forza contraria. Io non lo vedo, ma lo spero. Lo spero perché l’importante è aver capito, sapere quale sia la verità, guardare in faccia il nostro nemico sapendo che è ‘il nemico’.”
 
In Italia, come in altri paesi colpiti da questo nuovo assetto di mercato che tanti chiamano crisi economica, spesso il suicidio è visto come una soluzione. Come si spiega antropologicamente che è meglio morire invece di ribellarsi?
“La spiegazione si trova in quello che ho detto: i governanti ci vogliono uccidere, lavorano esclusivamente a questo scopo, obbligandoci a fornire loro le armi per eliminarci il più in fretta possibile. Questo è il ‘modello culturale’ in cui viviamo. In base alla corrispondenza e l’interazione fra modello culturale e personalità individuale, chi più chi meno, tutti gli italiani percepiscono il messaggio di condanna a morte che i governanti hanno stabilito per noi in ogni decisione che prendono, in ogni discorso che fanno, in ogni persona che scelgono, in ognuno dei decreti, delle leggi che emanano e delle tasse che impongono.
E tuttavia non se ne può parlare: la condanna a morte è chiara ma implicita, sottintesa, segreta, nascosta perché ovviamente l’assassinio individuale così come il genocidio di un popolo, è un delitto e non si può accusarne il governo, il parlamento, i partiti: nessuno. E’ questo il motivo per il quale ci si uccide: l’impossibilità a parlarne, a dirlo chiaramente perfino a se stessi, a fare qualsiasi cosa per evitarlo e ad accusare il proprio ‘padre’.
Neanche Shakespeare sarebbe stato in grado di descrivere la tragedia che stiamo vivendo, per la quale stiamo morendo. Qualcuno riesce forse a rendersi conto di che cosa significhi eliminare volontariamente i ‘bianchi’, la civiltà europea, invece che tentare di allontanare il più possibile questa fine, di imprimere nella storia lo sforzo per la salvezza? Qualcuno riesce a concepire un delitto più nefando di questo: che si siano assunti il compito di agevolare  questa morte soprattutto gli italiani, i governanti italiani, quando viceversa avrebbero dovuto essere loro a impedirlo, a voler conservare il più possibile l’immensa Bellezza che gli italiani hanno donato al mondo?”